Vittorio Melito, verso la fine della zona rossa?

di , Lunedì, 20 Aprile 2020

Prendo atto con soddisfazione che finalmente la Direzione dell’ASL ha deciso di comunicare pubblicamente l’attività svolta e gli esiti conseguiti. Sarebbe stato preferibile scegliere tale modalità di condotta fin dall’inizio dell’emergenza e forse ci sarebbero state meno paure e preoccupazioni; ma oggi va bene così.

In spirito di collaborazione, formulo alcune osservazioni al solo scopo di ridurre i motivi, appunto, di paura e preoccupazione.

Va premesso che tutti auspichiamo che la “zona rossa” non venga prorogata e che Ariano torni ad essere un Comune nella stessa situazione di qualsiasi altro. Restano però molti interrogativi sulle cause che la provocarono, né i comunicati sull’attualità nulla dicono sul pregresso.

Continuiamo a chiederci cosa impedisce l’esecuzione di tamponi (non test) al personale sanitario, ai contatti dei positivi ed ai soggetti a rischio, come previsto dalla circolare del Ministero della Salute in data 3/4/2020. Come dovunque, gli operatori sanitari continuano ad essere i più esposti al contagio. Sappiamo bene che i tamponi non hanno funzione né preventiva né tantomeno terapeutica; sappiamo altrettanto bene, però, che sono l’unico valido strumento diagnostico: sarebbe più che opportuno utilizzarlo in maniera diffusa e sistematica verso le persone maggiormente esposte. Il Biogem è pronto a processare 150 tamponi al giorno: quanti gliene sono stati inviati?

Il segreto continua ad avvolgere il numero di tamponi eseguiti su residenti arianesi. In città qual è il rapporto fra positivi e tamponi? E’ stata fatta un’analisi sulla provenienza territoriale dei positivi e sui loro eventuali contatti con l’ospedale, ovvero con le altre fonti di contagio nel tempo ipotizzate?

Ad Ariano vi sono stati 149 casi di positività; leggiamo che sono stati eseguiti 172 test sierologici per i casi Covid positivi e i loro contatti stretti. Bastano? Per ogni positivo non dovrebbe esserci un congruo numero di contatti, ad esempio 5? I 34 test positivi (pari a circa il 20%, percentuale tutt’altro che esigua), sperando che i tamponi risultino tutti negativi, corrispondono a persone immunizzate che in passato sono state contagiose, anche se asintomatiche? I loro contatti saranno a loro volta tracciati?

Siamo lieti che si preveda il ripristino dell’ordinaria funzionalità del plesso ospedaliero dal 3 maggio e che l’area Covid si sposti nell’ala vecchia. E’ indispensabile il trasferimento della Salute Mentale in altro comune, pur essendoci qui tanti locali disponibili? Come si fa a non temere che si avvii nei fatti il depotenziamento del nosocomio arianese?

Ribadiamo che la speranza è che non vi sia proroga della zona rossa e che inizi la ripresa della città, anche con l’accoglimento della richiesta di istituzione della Zona Franca Urbana. Speriamo pure che si continui a dare pubblicità all’attività della ASL e che le indagini epidemiologiche, finalmente avviate a circa un mese dalla prima ordinanza, si sviluppino e vengano proseguite accuratamente. Se invece tutto si concludesse con la mancata proroga e con quanto comunicato finora, paure e preoccupazioni resterebbero integre.

                   Vittorio Melito