Vittorio Melito, Ariano da zona rossa a zona franca

di , Mercoledì, 20 Maggio 2020

L’art. 112 del D.L. 19/5/2020, n. 34, prevede il riparto di un contributo complessivo di 200 milioni di euro tra tutti i comuni inseriti in zona rossa per almeno trenta giorni, non soltanto quelli ricadenti nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza, come previsto nel primo testo esaminato in Consiglio dei Ministri. In sede di promulgazione la svista è stata eliminata. Va dato atto ai parlamentari che si sono adoperati in tal senso di aver ottenuto un successo.

Poiché il riparto sarà proporzionato alla popolazione residente, è agevole calcolare che Ariano otterrà un milione di euro se gli abitanti di tutte le zone rosse interessate non superano i 4.500.000 circa. Le cinque province citate hanno circa 3.250.000 abitanti, 25.000 i cinque comuni del salernitano che sono stati zona rossa contemporaneamente ad Ariano per i primi 30 giorni (noi siamo poi arrivati a 38). Dunque, se i comuni in zona rossa di altre regioni non superano in totale 1.200.000 abitanti, la nostra Città riceverà almeno un milione di euro, che è una cifra ragguardevole, anche se non risolutiva di tutti i problemi.

Con delibera n. 3 del 15/4/2020, assunta con i poteri del Consiglio Comunale, Il Commissario Straordinario ha richiesto l’istituzione della Zona Franca Urbana.

Le Zone Franche Urbane (ZFU) sono ambiti territoriali, di dimensione prestabilita, dove si concentrano programmi di defiscalizzazione e decontribuzione rivolti alle imprese. Di regola, possono beneficiare delle agevolazioni – consistenti in esenzione dalla imposta sui redditi, esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive, esenzione dell’imposta municipale propria, esonero del versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni da lavoro dipendente - le piccole e micro imprese che hanno la sede principale o l’unità locale dove si svolge l’attività all’interno della ZFU e sono regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese.

Mi permetto di suggerire ai parlamentari che sono riusciti ad ottenere l’inserimento delle zone rosse regionali nel Fondo suddetto di valutare se proporre, in sede di conversione del DL n. 34/20, che avverrà entro 60 giorni, un emendamento che aggiunga all’art. 112 un secondo comma che, grosso modo, reciti:Ai Comuni di cui al comma che precede si applicano le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 340 e seguenti, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 e ss.mm.ii. (legge finanziaria 2007) nonché ai sensi dell’articolo 1, comma 561 e seguenti, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008). Le Zone franche urbane così individuate avranno definizione particolareggiata con apposito decreto interministeriale adottato in relazione alla disciplina di cui al decreto interministeriale 10 aprile 2013, come modificato dal decreto interministeriale 5 giugno 2017.  

Si tratta ovviamente solo di uno spunto, suscettibile di ampi miglioramenti e perfezionamenti. Al di là dell’aspetto tecnico, sarebbe un ottimo intervento politico quello che riuscisse ad abbinare il Fondo già previsto all’estensione del regime di Zona Franca.

Scusatemi se sono noioso, ma vorrei approfittare per un’altra osservazione, di diverso tenore.

Circola sui social la tesi secondo la quale da un mese la responsabilità dei tamponi non competerebbe più all’ASL, bensì all’IZPS di Portici. Se è così, mi era sfuggito.

Io avevo inteso che lo Zooprofilattico è stato incaricato dalla Regione di coordinare dapprima l’esecuzione dei tamponi, effettuata al Palazzetto, e poi i test sierologici, che tutti abbiamo fatto nei giorni scorsi. Però, resta fermo che i laboratori autorizzati comunicano l’esito dei tamponi alla Regione (e ieri abbiamo saputo che per i dati dell’8 maggio c’è stato un problema di scambio informatico fra Biogem e Regione), dopo di che spetta alla ASL la sorveglianza sui positivi ed i loro contatti, con l’esecuzione delle indagini epidemiologiche, come peraltro la stessa ASL conferma nei suoi quotidiani comunicati serali. Pertanto, nel bene e nel male, meriti e demeriti relativi a tale attività vanno attribuiti alla ASL. Francamente, mi pare di cogliere una certa tendenza a dividersi in fazioni pro o contro la ASL (o addirittura pro o contro la Direttrice) che, per partito preso, giustificano o criticano qualsiasi cosa. Non mi piace. I giudizi dovrebbero sforzarsi di essere obiettivi; se sono negativi, è perché i risultati ottenuti sono sofferti sulla propria pelle dalla gente. Oppure viceversa. Ma è inammissibile qualsiasi condanna o assoluzione aprioristica.

Se mi sbaglio, sono pronto a riconoscerlo. E’ un’attitudine che dovrebbe essere più diffusa.