Dopo 2 mesi nulla è cambiato, anzi molto è peggiorato. La Vis Ariano Accadia è in una situazione sportivamente tragica: ultimo posto in classifica nel Girone A del campionato d’Eccellenza e il rischio sempre più concreto di non terminare la stagione. A prendere la parola, come lo scorso 14 ottobre, è il capitano Giuseppe Capodilupo.
Ciao Giuseppe, rieccoci qua a parlare del dramma sportivo che sta vivendo la Vis Ariano Accadia. 2 mesi fa ci hai rilasciato un'intervista, cos'è cambiato da allora?
Buongiorno Antonio e ben trovati. Com’è noto la situazione è rimasta invariata nelle sue criticità. Avremmo voluto gettare le basi per sperare almeno in un play out ma non ci sono state le condizioni. Il campionato di Eccellenza richiede un’organizzazione quotidiana oggi inesistente al Renzulli. Fra allenamenti svolti in 10 calciatori, con il buon Andrea Lo Conte (preparatore-fisioterapista) a difendere la porta, il massimo obiettivo della domenica è stato quello di restare in gara per più tempo possibile. Ad oggi, mister Natale, non è ancora riuscito a produrre una scelta tecnica tesa ad escludere l’uno o l’altro calciatore dagli 11 titolari.
La rosa è ridotta all'osso da settimane, ultimo posto in classifica, c'è il rischio che la squadra non termini il campionato?
La rosa è ridotta all’osso da Agosto ed hanno appena salutato anche Giordano e Iuliano. Ai due, va il ringraziamento per aver condiviso con noi questa situazione assurda. Il rischio che la squadra non termini il campionato è reale. Sicuramente è il solo obiettivo rimasto in piedi, per preservare un titolo già difeso in passato.
Personalmente quali sono le tue intenzioni da oggi alla fine del mercato di dicembre?
Non c’è alcuna logica legata ai sani principi dello sport che possa invitare ad accettare il perdurare di questa situazione. E’ diventato difficile spiegare anche agli amici di una vita trascorsa sui campi il perché di tanta ostinazione. Addirittura si corre il rischio di essere considerati come dipendenti in ferie pagate, in quanto, com’è noto, nonostante le difficoltà, il presidente De Rosa non sta venendo meno ad alcun accordo. Da parte dei ragazzi locali vi è sempre stata la predisposizione al sacrificio, sia sportivo che economico. La nostra dedizione, nei vari anni, si è potuta registrare a prescindere dalle capacità economiche messe in campo dalla società. Ognuno dei 10 calciatori rimasti avrebbe la possibilità, in altri contesti, di godere di sorti sportive migliori e di prendere il rimborso. La mia situazione personale è legata a quelli di amici fraterni che stanno lottando per la dignità di un gruppo. Il calcio non c’entra più nulla.
Che cosa vi dice la società in una situazione così ?
La società vive sicuramente un’annata particolare determinata da eventi che hanno prodotto reazioni pubbliche anche su questa testata. Fra dimissioni varie e la pesante assenza del Presidente De Rosa sugli spalti, siamo ad una sorta di autogestione. A tal proposito mi preme ringraziare i signori Paolo De Gruttola, Gianbattista De Laurentis e Carmine Santoro per esserci da sostegno con la propria presenza.
Il calcio rischia davvero di sparire ad Ariano?
Ariano è una città dalle grosse potenzialità. Noi non siamo nulla per determinare la fine del calcio in una città che ha fatto calcio ad altri livelli. Più che per il futuro sono preoccupato per la prossima gara. Sarebbe già un miracolo presentarsi in 11. Ad oggi potremmo scegliere di sacrificarci per tenere salvo un titolo ma necessitiamo di tenere salva anche la nostra dignità.
L’amarezza di Capodilupo si aggiunge a chi vi scrive. A poco o nulla sono serviti gli appelli rivolti nelle scorse settimane per salvare il salvabile del calcio arianese. Evidentemente c’è poco interesse del pallone del Tricolle e il GAME OVER si avvicina inesorabilmente. Così è se vi pare.