Videogiochi, film e serie di animazione: qual è il vero target per questi prodotti

di , Martedì, 30 Novembre 2021

Pensare che i videogames siano rivolti esclusivamente ai bambini è un retaggio di un’antica visione che non ha tenuto conto delle evoluzioni moderne del medium. Un discorso che se vogliamo può essere comodamente applicato e funzionale anche per quanto riguarda il mondo dell’animazione. Pensiamo ad esempio a serie animate che sono state realizzate in partenza per un pubblico adulto o comunque più maturo. Gli esempi sono molteplici, da Family Guy (I Griffin) a Futurama, da Bojack Horseman, da Rick e Morty passando per Archer, Disincanto, Final Space, F is for Family, i titoli si sprecano, ma servono per indicare come questo tipo di format non è affatto stato pensato per i giovanissimi, tutt’altro. Gli esempi perfetti sotto questo punto di vista sono certamente Archer e Bojack Horseman, i quali oltre a non essere adatti, sono anche difficili da comprendere, visto che sono appunto stati ideati per avere presa su un pubblico maturo.

Tornando ai videogiochi è abbastanza pacifico affermare che non siano mai stati pensati esclusivamente per i bambini, nonostante la loro natura ludica potrebbe indurre a pensare diversamente. Il pregiudizio è in effetti figlio di quella cultura pop anni settanta e ottanta, quella che vedeva appunto il videogame come una forma di intrattenimento fine a sé stessa. A ben vedere il videogioco non è altro che un veicolo, mentre sono i contenuti che gli danno forma, stabilendo il pubblico nei confronti del quale sarà orientato. Esistono quindi opere pensate per i bambini, opere che riguardano un pubblico più ampio, proprio come ci sono serie animate, film e libri che fanno parte di questo tipo di contesto. In effetti anche la letteratura e la narrativa per ragazzi, è sempre stata caratterizzata da certi elementi che la rendevano idonea, oppure no.

Pensiamo ad esempio al cinema di fine anni settanta e anni ottanta, a quelle produzioni realizzate da George Lucas e da Steven Spielberg, pellicole oggi di culto per un’intera generazione, di cui Joe Dante è stato forse il massimo esponente, avendone realizzate alcune che sono diventate materia di studio in termini di critica cinematografica. Durante gli anni ottanta c’è stato un filone di opere che venne realizzato proprio per un pubblico più giovane, che oggi viene preso come esempio da seguire e da emulare. Non solo Stranger Things o Indiana Jones e Star Wars, ma anche tutti quei film realizzati dal regista Chris Columbus, come Mamma ho perso l’aereo, sono un esempio palese di questo concetto. Columbus non a caso sarà anche il regista del primo episodio della saga di Harry Potter, quello incentrato sulla pietra filosofale.  

Gli esempi anche in questo ambito saranno molteplici, ma forniscono la base per affrontare questo tipo di analisi in termini sociologici. Che dire quindi di quei videogame la cui estetica rimanda in modo diretto al tema dell’infanzia, ma con un game design molto denso e ricco di suggestioni che solo un adulto o un adolescente potranno comprendere e apprezzare. L’esempio classico è Super Mario della Nintendo, ma ci sono tanti titoli che potrebbero appartenere a questo tipo di contesto. Un videogioco è quindi libero di esprimere qualsiasi tipo di contenuto, come ogni altra forma di espressione artistica. Il videogioco quindi può presentare tematiche esclusivamente adulte, senza che questo debba per forza sollevare polemiche, contrasti e controversie.

Differente il discorso che riguarda il settore del gambling online come NetBet slot, dove invece il tema controverso, legato principalmente a disturbi come la ludopatia, il gioco svolto in modo compulsivo e non salutare, è stato più volte messo sotto accusa e analizzato dagli esperti del campo medico di riferimento. Non bisogna certo osteggiare o minimizzare questo tipo di problematica, che però non è legato all’utilizzo del gioco in versione digitale, dato che non è stato trovato un nesso diretto tra questi due fenomeni.



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