Tutor in A16, pioggia di multe e di ricorsi. Sistema di controllo implacabile

di , Lunedì, 02 Maggio 2016

A un mese dall'accensione del sistema tutoriale in A16, nel tratto che va da Monteforte a Baiano in entrambi i sensi di marcia, è pioggia di multe ma anche di ricorsi. E' inutile frenare a pochi metri dalla videocamera installata che inchioda gli utenti dal piede pesante alle proprie responsabilità.

Infatti è la pessima abitudine più diffusa tra gli automobilisti alla vista dell'apparecchiatura che immortala le infrazioni in autostrada. In questo modo non si evita la multa, e la conseguente decurtazione di punti dalla patene, ma si rischia solamente di causare sinistri.

L'incubo più ricorrente di chi è in transito sulla Napoli-Bari lungo gli otto chilometri interessati al sistema di controllo infallibile e implacabile della velocità media sul tratto percorso, quei maledetti chilometri dove sono avvenute a distanza di poco tempo una impressionante serie di sciagure mortali, si sta materializzando adesso con le multe elevate dal Cnai, l'acronimo sta per centro nazionale accertamento infrazioni, che fa capo direttamente al Ministero dell'Interno e al Dipartimento centrale della Polstrada.

A incappare maggiormente nel controllo elettronico della velocità, ridotta in quel tratto a 80Km/h, sono i pendolari ma anche i viaggiatori sporadici che non sanno della presenza e della funzionalità del Tutor, nonostante le apposite segnalazioni sui cartelloni autostradali.

Raggirare il sofisticato sistema, fonte di rogne e cavilli giudiziari, è impossibile tant'è che c'è chi si è arreso rispettando semplicemente i limiti consigliati e non fa soste durante il tragitto perché purtroppo non serve a nulla e non serve soprattutto ad abbassare la media calcolata sul tempo di percorrenza. Chi, al contrario, non accetta la punizione per l'infrazione commessa ha già fatto ricorso alle vie legali. Sul caso sono intervenute, già in tempi non sospetti, le associazioni dei consumatori che contestano apertamente la presenza di apparecchiature visibili e non divenute lo spauracchio dell'utenza stradale e autostradale. In merito si è espressa anche la Corte di Cassazione annullando quelle multe da Tutor o autovelox che non sono accompagnate da foto.

Ma la polemica innescata nelle ultime ore, pure in rete, da quanti sono stati già severamente multati è legata proprio a quel limite (80 km/h) ritenuto eccessivo in autostrada, e di conseguenza il costo, abbastanza salato, delle multe comminate che si somma alle spese del pedaggio. Un salasso.

La Polstrada di Avellino, diretta dal vice questore Renato Alfano, investita del caso fa sapere che il limite contestato è però legale perché il tratto autostradale in questione è un tratto appenninico da solcare a quella velocità media di crociera, ragion per cui è nel torto chi sgarra e viene multato 'elettronicamente'. E il Tutor, a quanto pare, non ammette tolleranza: se si supera anche di dieci chilometri orari il limite consigliato si è multati. Le telecamere del sistema sono estremamente sensibili e non ammettono alibi. “Molti ci stanno chiedendo spiegazioni- ha affermato il dottore Alfano-, e chiamano spesso in centrale o alle sottosezioni per sapere se il Tutor è attivo.

E' opportuno usare sempre prudenza quando si è in viaggio, a prescindere dalle apparecchiature in dotazione alla Polstrada. Questi sistemi scoraggiano l'alta velocità, e i sinistri si sono drasticamente ridotti là dove sono in funzione Tutor o autovelox. L'utenza stradale deve comprendere che si tratta di prevenzione e non di repressione”.



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