Da qualche mese la UOC di Chirurgia del “Sant’Ottone Frangipane”, diretta dal Dott. M. G. Buonanno, si è arricchita di un nuovo strumentario che consente di risolvere con metodica mininvasiva una patologia molto fastidiosa dell’età giovanile la cisti pilonidale anche denominata: cisti sacrococcigea, sinus pilonidalis e fistola sacrococcigea che è una complicanza.
L’ospedale di Ariano Irpino è uno dei pochi dell’Italia centro-meridionale ad utilizzare la tecnica denominata EPSiT.
Chiediamo qualche delucidazione rispetto alla metodica al dott. Carmine Grasso titolare della UOS di Laparoscopia Chirurgica del reparto ed iniziatore nell’Ospedale arianese della metodica.
Il dott. Grasso: “La EPSIT è una tecnica mininvasiva video assistita utilizzata nel trattamento chirurgico delle cisti e fistole pilonidali e delle recidive. Questa patologia colpisce i giovani dalla pubertà ai 30 anni circ di età. La stessa tecnica viene utilizzata anche per il trattamento delle fistole perianali (VAAFT) dove già aveva dato ottimi risultati. Il significato di questa nuova tecnica mini-invasiva deriva dal concetto che, operando per via endoscopica e rimuovendo l'intera area infetta, si ottiene una completa guarigione mediante una piccola incisione di 4-5 mm di diametro, evitando ampie ferite chirurgiche con lunghi tempi di guarigione e medicazioni molto dolorose”.
E ancora chiediamo qualche elemento di tecnica. Il dottore:
“L'intervento, di norma, viene eseguito in anestesia locale. Viene somministrata una singola dose di antibiotico qualche minuto prima dell'intervento (short term). Si utilizza un apparecchio endoscopico collegato ad una telecamera del diametro di 4 mm.
Lo scopo è identificare ed asportare il sito infetto del sinus, eventuali tratti secondari e/o cavità ascessuali.
Una sottile pinza, introdotta attraverso il fistuloscopio, consente di rimuovere i peli contenuti nella cisti compresi i loro follicoli. Rimossi i peli, le pinze vengono sostituite da un elettrodo monopolare collegato ad un elettrobisturi con il quale si cauterizza l'intera cavità infetta, sempre sotto visione”.
Quali sono i vantaggi reali della tecnica?
“Il fine delle tecniche chirurgiche tradizionali è la rimozione completa dell'area pilonidale infetta chiudendo o lasciando aperta l'ampia ferita chirurgica (tecnica aperta o chiusa). Queste procedure costringevano i giovani pazienti a sottoporsi a continue e dolorose medicazioni nel periodo postoperatorio.
La EPSIT ha sicuramente molti vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali, primi fra tutti la visione diretta e la mini-invasività. La visione garantisce la possibilità di individuare e distruggere tramiti secondari o cavità ascessuali non visibili con le tecniche tradizionali nonché la completa rimozione dei peli e dei loro follicoli.
La mini-invasività è testimoniata sia dal risultato estetico finale, neppure paragonabile con le tecniche tradizionali, sia dall'immediata ripresa delle normali occupazioni da parte del paziente (due-tre giorni di convalescenza.
La EPSiT viene eseguita in regime di day surgery (il paziente viene ricoverato al mattino e dimesso nel pomeriggio) e in anestesia locale”.