Stretto di Messina, la zona subacquea caratterizzata dalla maggiore densità di rifiuti al mondo

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Flaconi, bottiglie, vestiti, metallo, vetro, guanti, mascherine, attrezzi da pesca, copertoni ma soprattutto tanta, tanta, troppa plastica. Che sotto la sua misteriosa superficie il mar Mediterraneo nasconda un enorme “ecosistema” di rifiuti prodotti dall’uomo, non è una novità.
Questo mare  particolarmente soggetto all’accumulo di materiali estranei a causa della conformazione del suo bacino e dei movimenti delle correnti che lo interessano.Una parte di esso però ancora più soggetta all’inquinamento che proviene dalle nostre attività in superficie è lo Stretto di Messina. Esatto, quello di cui si parla sempre. Secondo un nuovo report dell’Università di Barcellona pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, che si basa su dati raccolti nel 2018, infatti, i fondali dello Stretto sono la zona con la più grande densità di rifiuti al mondo.
Ti serve un dato? Si parla di oltre un milione di oggetti non naturali presenti per ogni chilometro quadrato. Oggetti di qualunque genere, soprattutto plastica. La stessa plastica che finisce in mare a un ritmo di 8 milioni di tonnellate ogni anno, in continua crescita e che provoca danni irreparabili agli ecosistemi.