Si è conclusa ieri sera “Speravo de morì prima”, la miniserie televisiva su Sky dedicata a Francesco Totti. 6 puntate in cui è venuto fuori tutto il disagio del Capitano davanti all’idea di dare l’addio al calcio giocato. E’ venuto fuori un Totti fragile, al limite del lamentoso. Un’immagine che cozza contro il Gladiatore che il campione giallorosso si è tatuato sul braccio per celebrare lo scudetto vinto dalla sua Roma nel 2001. Il figlio d’arte Pietro Castellitto ha interpretato un Totti musone, quasi mai sorridente nelle 6 puntate della serie. Un altro contrasto con il personaggio che abbiamo imparato a conoscere, dentro e fuori dal campo negli ultimi 25 anni. Greta Scarano ha vestito i panni di Ilary Blasi, fidanzata e poi moglie del Pupone. Un’ancella, sempre pronta ad andare in soccorso del marito. Altro contrasto per una “Iena” dello spettacolo italiano. Gianmarco Tognazzi è stato Luciano Spalletti, dando vita ad un allenatore duro e intransigente. Un’altra figura che cozza contro il reale essere del tecnico toscano,i cui coloriti interventi mancano nei spesso banali post-partita della Serie A.
Chi esce vincitore da “Speravo de morì prima”? Monica Guerritore e Giorgio Colangeli, rispettivamente Fiorella ed Enzo Totti. Gli unici momenti intensi della serie televisiva di Sky sono proprio quando in scena ci sono loro. Castellitto e Scarano sono giovani e talentuosi, avranno modo di dimostrare tutto il loro talento nel corso della sua carriera. Meglio di quanto hanno fatto in questa serie. Al di là del tifo calcistico, Totti non si discute come campione e come uomo. Se “Speravo de morì prima” doveva essere un modo per celebrare l’ottavo re di Roma, non è riuscito molto bene. Eufemismo.
P.s. Antonio Cassano non ha risparmiato critiche alla serie, avendo rilievi soprattutto sul suo personaggio. Se Cassano deve assurgere al ruolo di coscienza vuol dire che qualcosa non va. Non va proprio.