Si rassegni, l’ex senatore Aleandro Longhi: non lo vuole più nessuno

di , Martedì, 01 Ottobre 2013

La lettera di denuncia sulle opere pubbliche arianesi, e in particolare sulla strada Russo-Anzani, dell'ex senatore Aleandro Longhi pubblicata ieri ha trovato l'approvazione di molti cittadini del tricolle. Non tutti però la pensano allo stesso modo; c'è chi la giudica una mera operazione di autopromozione politica come fa ad esempio un nostro lettore, Nico Nicoletti, che cosi ci scrive:

Sono seriamente incavolato per via di un articolo di uno "scienzato ligure". Ho visto pure che molti Arianesi l'hanno approvato (ingenuamente) senza accorgersi che ci ha praticamente definiti "trogloditi". Questo signore merita di essere conosciuto dagli Arianesi per quello che è e per come lo dipingono i suoi conterranei. A tale proposito vi allego un recente articolo pubblicato sul Secolo XIX. E' per me evidente che il "buon pastore ???" stia tentando una scalata ad Ariano per continuare a rimpinguare i suoi già lauti introiti.


Il Secolo XIX di giovedì ventisette dicembre riporta, a piè di pagina diciannove, un pezzo di Vincenzo Galiano riguardante la rissa, che sta avvenendo all’interno della Sinistra Ecologia e Libertà ligure, per le candidature alle prossime elezioni politiche.
 Siccome il bravo giornalista fornisce l’identità di alcuni dei trombati dalle segreterie provinciale e regionale, si fa presto a risalire a volti più o meno noti di personaggi che hanno abbandonato le file del Partito dei Comunisti Italiani in cerca del cadreghino che la formazione di Diliberto non era più in grado di garantire loro.
 Così si scoprono le autocandidature, bocciate, dell’ex consigliere regionale Tirreno Bianchi, del suo omologo provinciale Giuseppe Nobile, e dell’ex senatore Aleandro Longhi: proprio su quest’ultimo è incentrato questo mio intervento che ha l’ambizione di mettere in evidenza, per chi non lo conoscesse, che razza di politicante sia costui.
Questo ‘signore’ è senatore della XIV Legislatura per i Democratici di Sinistra: quando costoro non lo riconfermano, per ripicca passa al partito degli ex cossuttiani, iscrivendosi alla sezione XXV Aprile di Genova Sestri Ponente; neanche qui viene omaggiato di un posto in lista – seppure per le elezioni regionali del 2010 – e così se ne va sbattendo la porta, portandosi dietro buona parte dei componenti della sezione (da allora, nei fatti, inattiva).
 Fonda un circolo culturale, pomposamente chiamato Cccp (Centro Culturale Comunista Per l’unità della sinistra), per poi tentare nuovamente l’avventura con il Partito (sedicente) Democratico; adesso, evidentemente deluso dall’ennesimo rifiuto, presenta domanda per essere inserito nella contesa interna ai seguaci di Nichi (s)Vendola, ma anche qui viene respinto.
 Forse sarebbe il caso che si rassegnasse: nessuno lo vuole; vada a casa a godersi la sua pensione d’oro, ed eviti altre brutte figure da questuante della politica.

(pubblicato sul Secolo XIX del 30 dicembre)



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