Per antica e costante tradizione, sappiamo che S. Liberatore fu il primo Vescovo di Ariano, e questa tradizione è confermata da non pochi e dotti storici e anche dalla serie cronologica dei Vescovi di Ariano pubblicata da Monsignor Vescovo Lojacono, nel Sinodo Diocesano. Se non è stato Vescovo residenziale, fu certamente uno dei regionali, quali si ebbero nei primi secoli della Chiesa, giusta un manoscritto, che è nella Biblioteca Vaticana.
Il culto di questo miracoloso Santo, nell’attuale Santuario, ove pose la sede di grazie e prodigi, rimonda a tempi immemorabili.
La chiesa, a lui dedicata, possedeva una larga zona di terreno, ma è stata usurpata; godeva alcune rendite, le quali, nel 1451, passarono alla sacrestia della Cattedrale e poi sono andate perdute. Nel 1670, il Capitolo fece eseguire alcuni restauri.
L’arcidiacono Cela eresse a S. Liberatore, nella nostra cattedrale, un magnifico altare di marmo con nicchia e balaustra.
Il Vescovo D’Agostino gli consacrò un piccolo monumento insieme agli altri Patroni: S. Ottone, S. Elziario e S. Delfina, in lastra marmorea e cornice di metallo bronzato, rimpetto al cancello d’ingresso della Cattedrale. Inoltre S. Liberatore è venerato a Benevento, che ne fa uffizio e messa, a Magliano Sabino, ove è protettore principale, a Sulmona, a Rieti, nel castello di Buccianico, ove era un convento a lui dedicato; nel Viterbese e forse pure altrove.
Questo culto è ora vivo nella Sicilia ed, in modo particolare a Messina, Gualtiere, Sicaminò e Lume; nella provincia di Perugia e nell’America.
Il Santuario sacro a questo miracoloso Santo è sito alle falde di Ariano, a 3 km. di distanza dalla città, sopra una piccola, amena ed incantevole collina, circondata da case coloniche, da frutteti, oliveti e da boschi rivestiti di rigoglioso verde. Questo luogo è caro agli. Arianesi, perchè fu il teatro delle gesta dell’illustre Martire.
È uno spettacolo commovente vedere, nel giorno a lui sacro, processioni interminabili di fedeli, molti scalzi, grondanti sudore pel lungo camminò, pieni di polvere; e vanno carponi per terra, su quel suolo benedetto, bagnato dal sangue dell’eroe invitto, piangendo. gridando per implorare grazie, o per sciogliere il voto di favori ricevuti.
E queste folle di pellegrini, isolati o a gruppi, non vengono solamente d’Ariano, ma da paesi lontani e vicini: Bonito, Melito, Montecalvo, Apice, Grottaminarda, Mirabella, Greci, Savignano, Castelfranco.
Il culto di S. Liberatore, di anno in anno, assume maggiore incremento, tanto che nei giorni di festa, il Santuario, sebbene due volte ampliato, è sempre incapace di contenere i fedeli. Durante il mese di maggio non mancano, quasi ogni giorno, pellegrinaggi riboccanti di fede viva, di pietà sincera.
fonte: “GUIDA TURISTICA DI ARIANO CITTA’ CAPITALE” a cura di Mario e Ottaviano D’Antuono