Disponiamo di un patrimonio storico - archeologico rilevante che, oltre a rappresentare un fiore all’occhiello per la città, può essere fonte di turismo e relativo indotto. Ma perché questo patrimonio venga adeguatamente valorizzato e utilizzato, occorre preservarlo, e prim’ancora, restaurarlo. Ci riferiamo al trascurato e vituperato sito di Aequum Tuticum, già citato da Cicerone e poi da Orazio nel 35 a. C. nella quinta satira, in cui narra il viaggio che ha compiuto da Roma a Brindisi.
Quella satira era nota anche a quattro Olandesi, che nel 1778 in “Un Grand Tour”, raccontarono il loro passaggio per Ariano proprio sulle tracce di Orazio, e si recarono in Sicilia attraversando l’Italia meridionale e la Puglia, accompagnati dal pittore Louis Ducros, che Ten Hove aveva ingaggiato perché fissasse su tela i momenti salienti del viaggio. In località S. Eleuterio, si trovano le rovine hirpine, romane e medioevali di Aequum Tuticum, risalenti al VI secolo a.C.: nel sito sono stati rinvenuti i resti di un edificio termale, di abitazioni e iscrizioni latine di età imperiale, di una villa tardo - antica e di un insediamento abitativo medievale. I resti archeologici di località S. Eleuterio, sono stati individuati come centro antico (vicus), identificato con Aequum Tuticum, citato da fonti antiche come nodo viario sulla Via Traiana e, successivamente, sulla Herculea.
I reperti archeologici ritrovati ad Ariano Irpino e Casalbore (maschere, terrecotte figurate, fibule di bronzo, pezzi di statuette) si possono ammirare presso il Museo archeologico di Ariano Irpino, nel Palazzo Anzani.
Il sito versa in stato di abbandono e i resti archeologici sono in degrado. La struttura metallica di protezione degli scavi dalle intemperie, è crollata per le nevicate del 2013 e non vi è più protezione per i mosaici, ormai sparsi sul terreno. Recuperato, insieme ad altre risorse locali, rappresenterebbe opportunità lavorative e relativo indotto.
Non possiamo consentire che l’incuria e la mancanza di oculatezza, trasformino questo sito archeologico in un cumulo di macerie abbandonate. Ho segnalato il sito al FAI (FONDO AMBIENTE ITALIANO) e vorrei che lo faceste anche Voi. Basta accedere al sito e votarlo, è un atto dovuto, un segno di sensibilità e civiltà. Redigeremo al più presto un progetto di tutela e riqualificazione dell’area archeologica per il “salvataggio” di un bene così prezioso per tutta la popolazione irpina.
Votiamo e facciamo votare la segnalazione al FAI, diffondendo anche attraverso i social network, per scongiurare che il nostro patrimonio archeologico vada in rovina e perché finalmente venga preservato e considerato una preziosa opportunità.
Floriana Mastandrea