L’ultimo violento e ingiustificabile attacco omofobo si è svolto il 26 febbraio a Roma. Il video dell’aggressione è stato diffuso solo pochi giorni fa, generando indignazione e solidarietà generale ai ragazzi, a cui hanno aderito quasi tutte le forze politiche italiane.
Jean Pierre Morenoe il suo compagno, Alfredo Zenobio, sono stati aggrediti dopo essersi dati un bacio alla stazione metropolitana di Valle Aurelia: un uomo di 31 anni, con precedenti, ha attraversato i binari non curante del grosso rischio a cui andava incontro, pur di poter sfogare il proprio odio e fermarsi di fronte a loro, gridando: “Ma non vi vergognate?”. Subito dopo un pestaggio violentissimo, le cui immagini sono degne di uno Stato fuori controllo, sicuramente non civile.
I bilanci sono a dir poco agghiaccianti: 179 sono i casi di stampo omofobo avvenuti in Italia nel 2020, 16 quelli dall’inizio dell’anno. E i dati si riferiscono solo a quelli denunciati.
A gran voce si chiede giustizia, poiché in Italia non esiste ancora una legge che punisca in modo specifico reati di questo tipo.
E quindi, mentre gli altri Stati compiono passi da gigante in materia, in Italia l’unico baluardo legale a cui ci si può affidare è una legge vecchia 40 anni: la legge Mancino (1993)che assicura protezione contro le discriminazioni motivate da condizioni razziali, etniche, nazionali o religiose. L’evidente e assai grave assenza, dovrebbe essere colmata dalla famosa Legge Zan, che prende il nome dal suo relatore di maggioranza, Alessandro Zan. Approvata lo scorso 4 novembre alla Camera, essa sancisce come reato anche tutte quelle discriminazioni che riguardando ilsesso, il genere, l'orientamento sessuale, l'identità di genere o la disabilità.
Lo stesso Zan, visti i rallentamenti avuti in Senato e l’aggravarsi di una situazione che necessita soluzioni urgenti, ha dichiarato che: “Questo ritardo pesa sulla vita e sull'incolumità delle persone”. È davvero possibile che in un paese definito civile siano ancora tollerate aggressioni simili?
Si può, nel 2021, essere discriminati per come semplicemente si è?
L’emergenza è evidente, e neanche una pandemia globale può mettere in secondo piano una situazione che negli ultimi anni sta peggiorando (i dati riguardo aggressioni di questo tipo sono in crescita, soprattutto negli ultimi tre anni). Negare diritti basilari non può essere considerato marginale.
Spesso, quando si parla di omofobia si tende a parlarne come fosse un’opinione, chiacchiere da bar tra amici, per intenderci, eppure discriminare una persona in base all’orientamento sessuale non può e non deve essere considerato tale. L’omofobia, così come lesbofobia, bisfobia, transfobia e tutto ciò che esse comportano devono essere considerate reato, punibili dal codice penale.
In un mondo globalizzato, che continua a svilupparsi seguendo ritmi sempre più accelerati, non percepire questi problemi come urgenti, significa non guardare in faccia la realtà, barricarsi nel proprio microcosmo, sorretti da convinzioni obsolete, rifiutandosi di stare al passo con i tempi.
È ora di accettare una realtà che si evolve e che continuerà ad evolversi. Il cambiamento deve trasformarsi in progresso, non possiamo restare indietro: la Legge Zan non è più un’opzione, ma una necessità.