Il primo giorno di scuola nell'immaginario collettivo è sempre stato sinonimo di gioia, allegria e positività. Per i ragazzi momento di riaggregazione dopo i mesi estivi passati a oziare tra vacanze al mare e relax totale.
Per i genitori ancor meglio. L'arrivo del nuovo anno scolastico era visto come il ritorno alla normalità e finalmente poter lavorare tranquillamente sapendo che i propri figli erano al sicuro e in buone mani. Oggi no! Il Covid ci ha tolto anche questo.
Primo giorno di attività scolastica: genitori in ansia, tra paure e incertezze, ragazzi felici di rivedere i propri compagni, Ma aspetta!!! Non ti posso abbracciare! Non ti posso toccare! Non possiamo scambiarci le figurine! Ho lasciato a casa la penna me la presti? No, non posso. Nessuno può! Dammi la mano, entriamo insieme?No,In fila indiana ! Mi dai un po' della tua merenda? Ma scherzi non si può! Devo rimanere fermo nel mio banco e stare attento che non si muova e non superi la linea rossa sul pavimento. E se mi viene da piangere? Ho paura! Se non hai i tuoi fazzoletti non puoi asciugarti e la maestra non può venire vicino a te a consolarti.
Ecco, questa è la nuova realtà scolastica, una realtà fatta di assenza di rapporti umani. Noi che siamo un popolo che vive di emozioni, di strette di mano e pacche sulle spalle, dobbiamo abituarci alla sterile freddezza, che purtroppo la società attuale ci impone. E’difficile per tutti, certo non crediate che per gli insegnanti sia più facile, non possono più coccolare i loro cuccioli, non possono più asciugare le lacrime ai nostri figli. Ancora più traumatico per i bambini che si trovano sbalzati in una realtà, purtroppo figlia del Covid. Ritornare in concomitanza con l'inizio di nuovi contagi in Campania e in Irpinia fa paura. Ma come si procederà quando cominceranno i nuovi malanni di stagione? Cosa succederà se all’interno dell’Istituto qualcuno contrae il virus? Quarantena obbligatoria per tutti, con rischio di panico totale.
Bisogna lavorare insieme ai pediatri, affidarsi al buon senso comune e sperare che tutto vada bene. Collaboriamo e sì, ce la faremo anche stavolta. Incrociamo le dita.