Salute il prossimo spettacolo della Stagione Teatrale a cura della Compagnia Ssulreale , il 20 marzo 2016 arriva la Solot di Benevento

“Viva il vino spumeggiante nel bicchiere scintillante come il riso dell’amante; mite infonde il giubilo…” canta Turiddu in “Cavalleria rusticana ”. Dalle nozze di Cana alla Parigi dei mitici anni 20 passando per canti celebri della tradizione, citazioni, aneddoti, degustazioni “tecniche” e degustazioni un “po’ meno tecniche”, con momenti di coinvolgimento diretto del pubblico in un vero e proprio omaggio che la Solot ha voluto dedicare al vino.

Un exursus su questo prezioso nettare che ha accompagnato la storia dell’uomo dai suoi albori e ne ha connotato le vicende accompagnandone le esplorazioni, le scoperte, i processi di civilizzazione.

Un celebre scrittore definì il vino come “un condensato di un territorio, di una cultura, di uno stile di vita” e, a questo proposito, lo spettacolo si propone, appunto, la valorizzazione dei vini autoctoni a discapito della dilagante affermazione di una produzione vitivinicola extracontinentale, volta ad una vinificazione senza anima; sulle nostre tavole, nei nostri convivi rischiano di arrivare vini che piacciono a tutti ma che non raccontano nulla della terra in cui le viti vengono coltivate e del modo in cui il prodotto viene ottenuto, conservato, invecchiato. Siamo fortemente convinti che non si possa assaggiare un goccio di vino senza domandarsi della sua provenienza geografica, della sua storia, delle vicissitudini del proprio territorio, del paesaggio che l’ha originato, perché così facendo comprendiamo fino in fondo il valore culturale del vino; in caso contrario, la bevuta frettolosa e copiosa, riduce il vino ad una dose di alcol e il suo consumo in tal senso ci allontanerebbe completamente dall’essenza più intima e positiva del gesto del bere, avvicinandoci piuttosto a quella del consumatore a tutti i costi, tipico della società contemporanea.

L’Italia è una paese dallo straordinario patrimonio di vitigni autoctoni e nello stesso tempo è il paese dell’arte, della musica, del teatro, della poesia. Lo spettacolo “Salute!” non fa altro che unire le “forze”, le peculiarità vincenti di questo meraviglioso paese, attraverso una performance divertente, poetica, coinvolgente, prodotta dalla Solot Compagnia Stabile di Benevento, che mette in scena quattro attori che reciteranno, suoneranno, canteranno e balleranno il Vino.


Di seguito alcune recensioni dello spettacolo.

“Vino, vinello….” è l’incipit del simpatico ritornello della canzone, irresistibilmente interpretata da Massimo Pagano, che chiude lo spettacolo “Salute”, messo in scena dalla Solot, Compagnia Stabile di Teatro di Benevento, su testo scritto da Michelangelo Fetto che ne è anche interprete insieme a Antonio Intorcia, Rosario Giglio e al già citato Massimo Pagano. Il cronista gastronomico non ha strumenti per articolare un recensione teatrale e men che meno ne ha l’ambizione. Avverte, ad ogni modo, di non poter far a meno di commentare uno spettacolo che, in un’ora e poco più di straripante ilarità, racconta, coniuga e spiega aspetti importanti dell’esperienza del vino.” Antonio Medici, Gour Man

“Dunque vino come storia, come cultura, come radici. I quattro attori, con notevole affiatamento, attraverso un’interpretazione abile e coinvolgente, hanno creato un momento conviviale, omaggiando il vino, l’armonia e le atmosfere che solo questa bevanda divina sa creare.” Vittorio Zollo, Il Vaglio

“L’allegra brigata intona canzonette e stornelli romani, pugliesi, napoletani, guidata dal provetto chitarrista Massimo Pagano, che si lancia nell’adattamento di vecchi ritornelli sanremesi. A lui gli altri rivolgono un saluto augurante racchiuso nell’esilarante battuta “Hai tutta una vite davanti”. Antonio Esposito, Realtà Sannita

“La messa in scena è andata avanti tra i canti della tradizione legata al vino e declinati secondo diversi ritmi e diverse melodie (sulle note di "Cuore matto", ad esempio, e di "Montagne verdi" con incursioni nei ritmi sudamericani) e tra scherzi e lazzi con un pubblico sempre più divertito che ha mostrato di aver capito l'importanza di conoscere il vino perché solo così si assume linfa vitale e non solo una dose di alcol.” Elide Apice, Sannio Teatri e Culture



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