Ripercorre a piedi il tracciato viario più importante d'Europa
Un viaggio a piedi da Roma a Brindisi. Un viaggio nella storia e nella memoria di un Paese 'smemorato' e disorientato. Paolo Rumiz, giornalista de La Repubblica, triestino fino al midollo, scrittore appassionato di un'Italia inedita e alternativa ai soliti clichè, quest'estate per il maggiore quotidiano nazionale propone il suo appuntamento estivo in viaggio lungo lo storico tracciato della via Appia, 'regina viarum', reticolo di legionari, mercanti, trafficanti, donne di malaffare e carrettieri. La più antica e importante strada dell'Impero Romano e d'Europa, che interseca i destini di una nazione al declino e di un sud in perenne affanno.
La strada che parte dalla capitale,scollina l'Appennino attraversando Irpinia e Sannio prima di sbucare nelle Puglie e puntare dritta verso il porto di Brindisi. La via del commercio, la via del contrabbando, la via che in gran parte non c'è più e si fa così mistero.
E' un viaggio affascinante e insolito quello compiuto la scorsa primavera da Rumiz, scopritore di una provincia profonda e arcaica, legata a miti e riti, una provincia che non ha smarrito la sua identità nonostante le contaminazioni e il progresso. Qui tutto dorme, tutto è sospeso in un oblio dolce e ozioso in attesa di un avvenire.
L'Appia non è la via francigena, non è il cammino che porta a Santiago. L'Appia è una via che porta anche verso il nulla di un entroterra che cerca da sempre il suo riscatto. E quella strada che spezzava l'isolamento gibboso tra Irpinia, Lucania e Capitanata fino al Metaponto è una strada smarrita e adesso ritrovata nella pagine puntuali e appassionate di un cronista-archeologo alla ricerca della via perduta tra campi sterrati, tratturi battuti dalle transumanze, cori di cicale e distese dorate di grano tra l'Ofanto e il silenzio.