Il presidente Domenico Gambacorta ha illustrato le Linee Programmatiche di mandato durante la seduta di Consiglio Provinciale del 30 dicembre:
PREMESSE
Negli ultimi anni l’amplificazione della crisi economica ha determinato ripercussioni non solo sul sistema legislativo, ma finanche sulla complessa articolazione costituzionale.
La logica emergenziale dei provvedimenti adottati dal legislatore, privi di prospettiva sistemica e di coerenza, ha eroso il circuito della rappresentanza e scosso il riconoscimento pieno delle autonomie locali.
I dichiarati propositi di contenimento della spesa pubblica, di pareggio di bilancio e rispetto degli obblighi internazionali, che hanno giustificato, da parte del legislatore, l’utilizzo di atti aventi forza di legge, non sempre sono stati contrassegnati da linearità e corrispondenza.
Anzi, gli scenari avanzati da legislazioni concepite per assunti ideologici hanno prodotto effetti confusi, improvvisati o inapplicati, e dilatati infruttuosamente nel tempo a causa degli adempimenti procedimentali complessi.
Ma al di là di ogni considerazione, per la Provincia inizia una fase nuova.
A noi il compito di interpretare al meglio un ruolo che si basa su pochi punti fondamentali.
Le uniche certezze sono le funzioni che sono state affidate dalle legge di riforma alle amministrazioni provinciali:
a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente, per gli aspetti di competenza;
b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, in coerenza con la programmazione regionale, nonché costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente;
c) programmazione provinciale della rete scolastica, nel rispetto della programmazione regionale;
d) raccolta ed elaborazione di dati, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali;
e) gestione dell’edilizia scolastica;
f) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale.
La Provincia rimane perno non secondario nella organizzazione istituzionale con il suo ruolo di programmazione, nonché di coordinamento e collaborazione con i Comuni e gli Enti Pubblici.
Con queste comunicazioni programmatiche si intende prospettare con chiarezza una visione complessiva delle principali linee di azione di questa Presidenza, che si connotano per un profilo di ordine politico legato alla rappresentanza generale degli interessi del nostro territorio e per un profilo di ordine amministrativo più strettamente attinente alle competenze assegnate dalla legge.
PROFILO POLITICO
Appare ancora fondamentale una funzione di coordinamento degli Enti Locali presenti sul territorio provinciale, nonché di cerniera istituzionale con l’Ente Regione sulle tematiche generali attinenti allo sviluppo ed alla organizzazione dei servizi pubblici, che molto spesso trovano evidenti naturali forme di convergenza e sovrapposizione.
In relazione a tali sfide, la ripresa di un impegno delle Istituzioni e, dunque, anche dell’Ente Provincia esige il rafforzamento della logica della coesione territoriale e del partenariato istituzionale, quali principi forti delle linee di indirizzo di una nuova “Strategia 14-20”, che richiede il coinvolgimento di partners ed attori istituzionali, pubblici e privati, portatori di interessi vari, come pure sollecitato ad ogni livello e sede comunitaria e nazionale.
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), approvato nel mese di febbraio con delibera della Giunta regionale n.23 del 7 febbraio 2014, rappresenta la cornice di riferimento ed il primo atto di pianificazione territoriale di Area Vasta, nel quale le scelte di indirizzo strategico di assetto del territorio provinciale si delineano in un quadro di sviluppo coerente innanzitutto con i documenti vigenti della programmazione regionale, a partire dal Piano Territoriale Regionale (PTR) approvato ai sensi della LR 13/2008, nonché con i documenti prodromici all’adozione degli atti formali della programmazione nazionale e regionale sul periodo 2014/2020.
Nel porsi come valido ed efficace strumento di lettura dei bisogni e delle vocazioni del territorio, nonché come strumento di supporto in materia di pianificazione di infrastrutture e servizi ed, in generale, di sviluppo locale, il PTCP della provincia di Avellino introduce l’idea dei Sistemi di Città ed esprime un quadro di equilibrio delle esigenze locali.
Occorre allora supportare lo sforzo autonomo sul territorio di far crescere i Sistemi di Città individuati dal PTCP, favorendo processi di aggregazione dei Comuni in funzione della gestione di strategie coordinate di pianificazione, organizzazione e distribuzione dei servizi urbani riferiti a dimensioni ottimali di sistemi insediativi e produttivi.
Occorrerà lavorare per ridisegnare perimetri efficienti ed ottimali di territori capaci di corrispondere alle esigenza della migliore tutela dei bisogni ed organizzazione dei servizi.
L’attenzione di questa Presidenza su tali tematiche passa attraverso il rafforzamento della cultura della concertazione e del partenariato istituzionale ampiamente rappresentativo della composizione del territorio che si intende attivare e mobilitare con occasioni di consultazione permanente.
Sul tema dello sviluppo l’impegno sui contenuti sarà volto ad assicurare il sostegno alle politiche pubbliche per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale, nonché il sostegno alle politiche pubbliche di investimenti nella formazione e la ricerca (infrastrutturazione immateriale) del capitale umano.
Gli investimenti nelle attività di formazione, ricerca e sviluppo costituiscono fonte di vantaggio competitivo sul mercato e segnalano tuttora l’esigenza dell’attivazione di azioni di sistema e di percorsi formativi integrati nel settore della scuola e della formazione rispondenti alle concrete strategie di sviluppo poste in essere dal tessuto produttivo sul territorio.
Serve ammodernare le “infrastrutture di servizio”, qualificando e potenziando la scuola, l’università e ed i centri della ricerca e formazione, trasformandole da strutture di insegnamento e ricerca in luoghi dell’apprendimento e dell’interazione continua con l’impresa ed il territorio, integrando le politiche industriali ed economiche con quelle dei saperi, creando virtuosi intrecci dinamici in grado di ridurre le barriere tra una conoscenza orientata alla ricerca ed una conoscenza imprenditoriale orientata al mercato.
Fondamentale è il sostegno alle politiche pubbliche di investimenti nelle infrastrutture logistiche, trasportistiche ed ict (infrastrutturazione materiale), per consolidare i risultati sul tema strategico della logistica e degli interventi infrastrutturali a supporto della mobilità, a partire dalla localizzazione della Stazione Hirpinia sulla tratta Apice Orsara della AC NA/BA e dalla realizzazione della piattaforma logistica in Valle Ufita, nonché sul tema della ICT con la realizzazione della banda ultra larga di supporto ai servizi di pubblico interesse ed alle aree industriali per assicurare il miglioramento della infrastrutturazione e delle dotazioni a servizio degli insediamenti urbani, sociali e produttivi.
La possibilità di riorganizzare strategicamente il riequilibrio territoriale in Regione Campania è nel rafforzamento strategico della direttrice Salerno Avellino Benevento Bari.
Si definisce in tal modo la cornice di riferimento per la realizzazione di processi di cambiamento in provincia di Avellino, dentro la quale si persegue il disegno complessivo che riguarda la possibilità di creare occasioni di accumulazione del capitale umano.
Il “Tavolo Permanente per il Patto per lo Sviluppo", promosso dalla’Ente Provincia di Avellino nel 2010, ha rappresentato una risposta all’emergenza socio-economico-produttiva nel momento dell’attuale di crisi straordinaria e rimane il momento fondamentale per realizzare il massimo dell’attività di confronto e concertazione istituzionale in provincia di Avellino.
Il nodo centrale che sta di fronte a noi ed agli interlocutori del Patto è la collocazione dell’Irpinia dentro la nuova programmazione dei fondi comunitari. Siamo nella fase nella quale si vanno delineando le scelte verticali fondamentali. E’ questo il momento dell’apertura di un confronto serrato con la Regione per definire, con riferimento all’Irpinia, i contenuti strategici.
Sulla base di queste premesse, oggi spetta un riordino generale della materia in discussione ed una sua calendarizzazione.
Sul tema della organizzazione dei servizi pubblici l’impegno sui contenuti sarà volto ad assicurare:
adeguato supporto alle politiche pubbliche ed agli interventi da parte delle Autorità d’Ambito e dei soggetti gestori per la migliore organizzazione del servizio idrico integrato e del ciclo integrato della raccolta dei rifiuti, secondo principi di trasparenza, efficacia, efficienza ed economicità nella gestione che assicurino la tutela degli interessi dell’utente-consumatore, nonché del territorio ed il controllo pubblico dei processi.
adeguato supporto alle politiche pubbliche ed agli interventi per la migliore riorganizzazione della rete territoriale di intervento nella scuola, nella sanità e nei trasporti, con un’azione di forte sostegno all’intervento strategico sulle cosiddette “Aree Interne”, imperniata sull’individuazione dell’area pilota in Alta Irpinia da parte di Regione Campania, nell’ambito della Strategia Nazionale sulle Aree Interne, per frenare lo spopolamento demografico in corso.
La realizzazione di interventi pilota in Provincia di Avellino nell’ambito della Strategia Nazionale per lo Sviluppo delle Aree Interne dovrà essere orientata all’“adeguamento della qualità e quantità dei servizi essenziali” per l’istruzione, per la salute e per la mobilità al fine di assicurare un processo di inclusione sociale, nonché alla realizzazione di “Progetti di sviluppo locale” focalizzati su “specificità” territoriali identificate come fattori innovativi latenti di sviluppo (tutela del territorio e comunità locali; valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile; sistemi agro-alimentari e sviluppo locale; risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile).
Sarà necessario che questo Ente, dopo aver candidato con successo le Aree Interne della Provincia di Avellino ad accogliere la realizzazione di interventi pilota nell’ambito della Strategia Nazionale per lo Sviluppo delle Aree Interne, si senta impegnato ad assicurare il supporto necessario perché gli interventi che si realizzeranno siano strumenti di sollecitazione e di crescita dell’intero territorio provinciale.
Per tale ragione è opportuno che la definizione degli indirizzi programmatici a sostegno della Strategia mantenga un percorso di condivisione e concertazione tra le Istituzioni, al fine di garantire nuove forme di organizzazione dei servizi di base alla persona secondo principi standard di qualità, razionalità ed efficienza per il superamento di potenziali criticità e per la realizzazione di un’azione di riequilibrio dell’offerta degli stessi.
PROFILO AMMINISTRATIVO
Appare opportuno delineare un quadro essenziale delle principali linee d’azione da assumere e portare a termine:
Sull’edilizia scolastica è necessario attrezzarsi affinché siano realizzati ambienti adeguati per gli allievi e per il personale docente e non docente che opera negli istituti superiori.
La Provincia di Avellino, che gestisce ben 63 edifici scolastici, deve investire nella messa in sicurezza, nell’accessibilità, nell’efficientamento energetico e nella funzionalità degli edifici. Alcuni progetti sono stati avviati, altri sono in cantiere grazie ai Pon che affidano direttamente alle scuole il compito di gestire i piani.
Il nostro obiettivo è fare degli istituti disseminati sui territori luoghi di cultura e di formazione aperti, sicuri e moderni. È quello di dotare i nostri istituti di infrastrutture, laboratori e luoghi di formazione al passo con i tempi. È chiaro che dovremo aggredire i mutui passivi, che non riguardano solo le scuole, è chiaro che la qualità delle nostre scuole dovrà necessariamente passare uno sforzo che dovrà coinvolgere anche i privati. Ma ripeto, la priorità delle priorità si chiama scuola, l’obiettivo è quello di restituire ai nostri ragazzi effettive possibilità di crescita. Questo è il primo obiettivo, non certamente il solo.
Bisogna reinterpretare il concetto di edilizia scolastica, già dai prossimi progetti a cui bisognerà mettere mano, sia per ripristinare quelle esistenti sia per costruire nuove strutture. Le scuole devono essere sicure, belle, accoglienti, con impianti adeguati in grado di contenere i consumi. Questo servirà anche per educare le giovani generazioni a rispettare e volere bene gli edifici che li ospitano e l’ambiente. In tale ottica possiamo anche coinvolgere i privati.
Un canale può essere l’utilizzo delle risorse reperibili attraverso l’abbattimento dell’avanzo amministrativo. Vanno sfruttate, parimenti, anche tutte le opportunità di finanziamento che potranno arrivare dalla programmazione europea e dal governo nazionale e da quello regionale. La Provincia dev’essere capace di intercettare tutte le occasioni, facendosi trovare pronta ad ogni appello.
Da subito, riproporremo al Governo centrale una deroga al Patto di Stabilità, almeno per quella parte di investimenti relativa all’edilizia scolastica. Una deroga finora concessa solo ai Comuni.
Insieme agli ambienti, la scuola merita di essere accompagnata nell’evoluzione della sua offerta formativa. L’obiettivo è di supportare scelte strategiche verso indirizzi di studio capaci di incrociare al meglio i cambiamenti delle professioni. Ciò tenendo anche presente la vocazione del territorio irpino e le sue tradizioni, immaginando percorsi che stimolino gli allievi a intraprendere corsi impostati per sviluppare le eccellenze locali. In tale ottica si inserisce la FISSV. La scorsa primavera è stata costituita tra Provincia di Avellino, Università degli Studi di Napoli "Federico II" e Confindustria Avellino, la Fondazione Italiana per gli Studi sul Vino. L’obiettivo è quello di sostenere la crescita del settore non solo in Irpinia, incentivando la conoscenza, la formazione e la ricerca e supportando le realtà presenti sul territorio (dalle aziende private, all’istituto agrario, al corso universitario di Viticoltura ed Enologia).
L’ambiente è la nostra ricchezza; le sorgenti d’acqua ed i parchi naturali sono le leve da utilizzare per contribuire a creare sviluppo e lavoro. Questo porta a ribadire la netta contrarietà alla ricerca di idrocarburi sul nostro territorio. I profili di problematicità sono diversi, di benefici se ne contano davvero pochi.
Un programma di interventi non può prescindere dalla necessità di un’azione di tutela dei tre corsi d’acqua. Il riferimento è ai fiumi Calore, Sabato e Ufita. Una serie di opere è già stata avviata. In alcuni casi anche completata. Ma non basta. Serve un monitoraggio costante anche per superare le criticità che si registrano. Basti pensare alla presenza di salmonella, riscontrata dalle analisi dell’Arpac. Bisogna invertire la rotta e superare queste difficoltà, che hanno portato anche allo stop della pesca sportiva.
Anche di qui, la necessità di spingere per il completamento del grande progetto di risanamento ambientale dei corpi idrici superficiali delle aree interne. Tale iniziativa da tempo ha preso il via, ma stenta ad arrivare al traguardo.
Di pari passo si deve far seguire un ragionamento sull’acqua che si perde a causa di strutture obsolete e non più adeguate. Le reti idriche fatiscenti e dispersive esigono un impegno prioritario per assicurare, da un lato, un servizio efficiente e continuativo e, dall’altro, la riduzione dei costi di gestione della distribuzione idrica. La Provincia è la sede naturale da cui può e deve partire un grande progetto di ristrutturazione e sostituzione della rete idrica provinciale, coinvolgendo in un progetto straordinario il Governo della Regione Campania ed il Governo Nazionale.
La gestione dei circa 1.600 chilometri di strade da parte dell’Amministrazione Provinciale rappresenta uno dei capitoli più onerosi. A fronte di ciò, l’Ente si trova a fare i conti con i tagli che dal 2009 si stanno accumulando relativamente ai trasferimenti. In cinque anni c’è stata una riduzione delle risorse trasferite dallo Stato alla Provincia di Avellino pari al 61.22%. Si è passati dai 35.298.664,25 euro del 2009 ai 13.687.294,43 euro del 2014. Il futuro appare ancor meno roseo. La legge di stabilità 2015 prevede ulteriori tagli a quelli già previsti dal DL 95/2012, DL 66/2014 e dalla L 56/2014. Si va verso il totale azzeramento dei trasferimenti erariali.
Questo quadro è poco confortante, ma non deve costituire un alibi. Al lavoro di manutenzione ordinaria delle arterie, che deve essere più attento e deve riguardare anzitutto le aree maggiormente trafficate, va aggiunto quello concernente gli interventi straordinari. Ogni criticità presente sul territorio va affrontata impostando i lavori con una logica di priorità, sapendo che nessuna zona sarà abbandonata e che nessuna richiesta resterà evasa. Allo stesso tempo, in considerazione proprio delle ristrettezze economiche, servono investimenti mirati fuori dalle logiche campanilistiche.
L’individuazione del fabbisogno di mobilità che interessa il sistema del trasporto collettivo nell’ambito della Provincia di Avellino deve presupporre una puntuale conoscenza della domanda di mobilità con le sue caratteristiche rilevanti, sia per la stima della movimentazione dei clienti sia per la destinazione degli spostamenti e della modalità utilizzata. La nostra Provincia ha subito tagli enormi, pari al 27,45% dei chilometri, perdendo circa 4,5 milioni di chilometri.
In considerazione di tutto ciò, per superare l’enorme riduzione dei servizi, bisogna individuare i fabbisogni di mobilità e verificare quanti servizi aggiuntivi si rendono necessari e che ricadono sul bilancio dell’Ente.
Per soddisfare le esigenze, il Trasporto Pubblico Locale deve tener conto delle seguenti componenti:
Analisi dell’intera area provinciale con raccolta dei dati socio – economici e territoriali per quantizzare l’input per le valutazioni da effettuare;
Stima della domanda del trasporto attraverso i dati e le informazioni di cui sopra implementando un modello finalizzato a quantizzare il numero dei clienti interessati agli spostamenti mediante il sistema del Trasporto Pubblico Locale in ambito provinciale;
Individuare le aree a domanda debole e costruire un sistema di collegamento cosiddetto centro – stella, ossia una servizio navetta che collega varie comunità con interscambio sulle direttrici principali.
Stima della domanda, in base alla motivazione dello spostamento, e conoscenza delle origini e destinazioni al fine di garantire una copertura su tutti i 118 Comuni e con quelli delle altre Province che lambiscono la nostra;
Dall’analisi delle componenti innanzi elencate è possibile integrare il piano provinciale suddividendo la Provincia in cinque macro zone con la creazione di corridoi trasversali, (Irpina Nord – Sud - Est – Centro – Ovest) raggruppando in esse i comuni di appartenenza.
In questo caso bisogna progettare i servizi tenendo conto delle aree da servire e delle fasce orarie corrispondenti, prevedendo un servizio nelle fasce orarie di morbida, diverso da quello ordinario nelle ore di punta. Ossia dei servizi a frequenza fissa (ordinari) altri a percorso e orario fisso (cosiddetti specifici) altri a percorso e frequenza variabile.
Con i servizi ORDINARI si serve un ampia domanda di trasporto mediante linee che servono più centri attrattori, con frequenza annuale. I servizi specifici sono quelli che servono a soddisfare prevalentemente la domanda studentesca e lavorativa, quindi con esclusione dei giorni festivi.
Quelli a percorso e frequenza variabile servono a servire una clientela non fissa che serve a collegare luoghi a domanda molto debole. In questo modo si va a definire la rete dei servizi da esercitarsi sul territorio Provinciale e che si aggiunge ai servizi minimi pagati dalla Regione, tenendo ben presente che la Regione Campania ha definito come bacino Unico la Provincia di Avellino e quella di Benevento.
FASE DI TRANSIZIONE
C’è, infine, da gestire l’intera fase di transizione tra il “vecchio” e il “nuovo” ente, con le competenze che si perdono. In merito, va delineato un tragitto preciso con tempi e modalità che non permettono improvvisazioni. C’è in gioco un patrimonio materiale ed immateriale considerevole. Basti pensare alle attività avviate per le politiche culturali con il progetto del Sistema Museale Irpino, che mette insieme enti ai vari livelli per un investimento di 3,2 milioni di euro.
Attraverso questo progetto l’ex Carcere Borbonico che diventa la “porta d’ingresso per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio culturale della Terra di Mezzo”. Su questo obiettivo si basa il progetto fortemente voluto dall’amministrazione provinciale che ha coinvolto diversi partner istituzionali in tale esperienza. Una proposta progettuale che da Avellino si allarga a tutto il territorio, mettendo in connessione le realtà museali già esistenti e realizzando iniziative innovative per il loro rilancio. Il piano è stato promosso dalla Provincia di Avellino, insieme al Mibac e ai Comuni di Avellino, Ariano Irpino, Aquilonia, Fontanarosa, San Potito Ultra. Allo stesso tempo, dobbiamo rivalutare e rilanciare i luoghi della memoria della migrazione che per noi irpini rappresentano un patrimonio inestimabile. Ad oggi, vive mezzo milione di irpini nel mondo tra prima, seconda, terza generazione e oriundi. Serve la giusta attenzione, anche per mettere in moto un turismo delle radici.
Vanno preservate, infine, tutte le iniziative avviate dai Centri per l’Impiego che s’assommano all’attività ordinaria di gestione del politiche del lavoro e della formazione. E, poi, devono essere tutelate tutte le professionalità in forza alla Provincia di Avellino che negli anni hanno contribuito a portare avanti la macchina amministrativa dell’ente. Non è ammissibile alcuna incertezza sul futuro dei dipendenti. Su questo punto non transigeremo.