Presentato la scorsa settimana il primo libro della d.ssa Luciana Palumbo “La produzione vitivinicola di qualità in Campania. Protagonisti e territorio”, nella splendida cornice del Castello-Enoteca Regionale di Taurasi in occasione della Fiera Enologica 2013.
L’autrice, a soddisfazione del tempo e dell’energia dedicati alla stesura del volume, si è ritrovata in una delle belle sale del Castello, tra amici, colleghi e tanti altri partecipanti provenienti da varie parti della regione per dare il benvenuto all’opera edita dalla casa editrice Mephite.
Ad aprire i lavori Franco Genzale che ha esaminato gli aspetti di pregio e di criticità della vitivinicoltura campana, di cui la Palumbo, Sociologa di Mirabella Eclano, tratta nel volume.
Antonio Caggiano, dell’omonima cantina, ha messo in risalto le qualità dell’aglianico di Taurasi, e rappresentato l’importanza del marketing territoriale al fine di attrarre, e ancora, far tornare i turisti in terra d’Irpinia.
La Palumbo ha illustrato gli elementi caratteristici della produzione vitivinicola di qualità campana confrontandoli a quella del Paese, affinché possa meglio essere considerato l’approccio al mercato nazionale e internazionale, con l’augurio che gli errori del passato possano essere possibile riflessione nel fare meglio, e condurre a nuove potenzialità le risorse del territorio campano. In conclusione ha voluto sintetizzare il suo ringraziamento ad Antonio Caggiano per la disponibilità all’intervista contenuta nel suo libro, assieme a quella di altri produttori del settore vitivinicolo campano, e per la stessa presenza all’evento, leggendo quanto Egli aveva dato in risposta a una sua domanda:
Può esprimere un giudizio circa il livello di competitività delle aziende vitivinicole campane sul mercato italiano?
“Abbiamo tutti i requisiti per produrre grandi vini. Abbiamo il territorio, abbiamo il sole, abbiamo le capacità. Abbiamo poi vitigni autoctoni che sono famosissimi. Nella vita è importante fare competizione. Io non sfido gli altri, mi misuro con gli altri: e se sono ultimo, o primo, ne cerco le motivazioni. Nella vita la cosa importante è guardare chi riesce meglio, ma non con invidia e con rancore, come succede dalle nostre parti. Io guardo con grande stima e con grande ammirazione chi mi sta davanti, perché vuol dire che ha fatto meglio di me. Chi sta indietro può anche essere stato, semplicemente, sfortunato… Dico sempre che non bisogna perdere l’entusiasmo: dove c’è l’amore, c’è sempre un risultato”.