Presentato il ricorso al TAR di Salerno per impugnare il provvedimento sulla Tarsu.
A sottoscriverlo diverse associazioni di agricoltori, commercianti e cittadini di Ariano Irpino tra cui il circolo ANSPI MANNA e ANSPI SAN VITO CAMPOREALE rappresentato dal presidente Raffaele Grasso, le associazioni AGRINSIEME rappresentante Annamaria Ardente, ACLI Terra e Comitato “A.T.A” Circolo III° Millennio rappresentate da Angelo Maria Schiavo, U.C.A. Unione Commercianti Arianesi rappresentato da Manfredi D’Amato, CIA Confederazioni Italiana Agricoltori rappresentata da Gianfranco Cuoco, COPAGRI rappresentata da Nicola Scrima, C.I.D.E.C. Avellino rappresentata da Nicola Grasso, CONFAGRICOLTURA rappresentata da Michele Romano e CO.NA.CEM. rappresentato da Nicola Lo Conte.
Le associazioni, dopo aver percorso tutte le strade di dialogo con l’Amministrazione comunale di Ariano al fine di porre rimedio allo sconcertante aumento della tassa sui rifiuti solidi urbani per l’anno 2013, imposto con la deliberazione del Commissario Straordinario n. 14 del 14/11/2013, vista la totale assenza di risposte positive da parte del Commissario; il rigetto di tutte le soluzioni alternative basate su un principio di maggiore equità proposte dalle associazioni; e la sostanziale presa in giro perpetrata proponendo l’utilizzo di detrazioni per i coltivatori diretti, già tra l’altro previste nei vecchi regolamenti TARSU del comune e nelle leggi del settore, che non prendono minimamente in considerazione la situazione di disagio in cui versano molti altri cittadini delle aree rurali e le peculiarità degli immobili presenti in dette aree; il mancato rispetto dell’ufficio tributi degli impegni assunti in occasione degli incontri pubblici, mostrando, solo interesse a vessare i cittadini, senza preoccuparsi di fornire servizi. Al fine di tutelare i legittimi interessi ed aspettative degli associati si sono viste costrette a ricorrere al Tar di Salerno per l’annullamento della delibera tanto contestata. Il ricorso, in cui le associazioni sono rappresentate e difese dagli avvocati Orazio Abbamonte e Guido Ciccarelli, è stato notificato al Comune di Ariano Irpino a mezzo raccomandata in data 06/02/2014, e si basa sulle seguenti contestazioni: difetto di motivazione – contraddittorietà ed illogicità; violazione dell’art. 5, comma 4 quater, del d.l. n° 102 del 31 ago. 2013 (al Comune che si avvale della facoltà di mantenere il regime TARSU in vigore nell’anno 2012 non era consentito coprire la variazione del costo del servizio di raccolta dei rifiuti con un incremento degli incassi derivanti dalla TARSU); violazione del principi di uguaglianza e di ragionevolezza - eccesso di potere per mancata valutazione di circostanze di fatto invece rilevanti ai fini della legittimità della pretesa fiscale (l’applicazione al 100% della tariffa TARSU nelle zone rurali non servite risulta essere illegittima violando il principio che non si può esigere la stessa tassa per servizi differenti).
Fin qui il contenuto del ricorso sta di fatto che le associazioni firmatarie del ricorso stigmatizzano l’atteggiamento assunto da ex politici che si sono prodigati solo alla raccolta delle firme per la contestazione dell’operato del Commissario, mentre, le presenti associazioni hanno voluto affrontare il problema legalmente contestando tutti gli atti amministrativi al TAR di Salerno. Siamo dispiaciuti nel rilevare la poca collaborazione di alcune associazioni che non hanno voluto partecipare alla stesura del ricorso nonostante la loro presenza alle riunioni preliminari e alle manifestazioni, mentre, la Coldiretti, tra l’altro, ha deriso al nostro impegno sbandierando come risolutore un accordo che è previsto dalla legge e dal regolamento comunale. Rivolgiamo l’appello alle forze politiche in campo per la prossima competizione elettorale affinché facciano partire la macchina amministrativa in maniera efficiente.
In conclusione è necessario che le altre associazioni del territorio sappiano che l’iniziativa, scevra da impegni politici, è volta a tutelare tutti i cittadini residenti nelle aree rurali, tra cui anche i pensionati ex coltivatori diretti, e che si vedono costretti a pagare aumenti ed importi ingiustificabili per un servizio che non usufruisco.