Il sindaco Aufiero: “Questa non è accoglienza”
Sono cinquantotto i migranti, in prevalenza africani, che da alcuni mesi sono alloggiati in una 'country house' lungo la variante, nell'estrema periferia di Pratola Serra. Isolati dalla comunità, e per giunta da più di due mesi senza i benedetti ticket giornalieri che consentono di fare un minimo di acquisti per tirare avanti. Dopo giorni e giorni di attese ieri mattina una delegazione di immigrati si è rivoltata contro chi avrebbe il diritto e il dovere di corrispondere loro i pocket-money e di fornire almeno qualche spiegazione in merito al ritardo, invece. Una ventina di extracomunitari si è organizzata sbrigativamente e ha raggiunto gli uffici municipali di Pratola Serra dove ha inscenato una pacifica occupazione ma solo per ottenere una risposta alla mancata corresponsione dei bonus.
Gli amministratori però sono quasi all'oscuro di queste dinamiche che competono, come in questo caso, alla coop che si è aggiudicata il bando della Prefettura per la gestione dei migranti.
E pure stavolta il sindaco di Pratola, Tonino Aufiero, e qualche impiegato presente al momento del blitz nel Palazzo Municipale non hanno potuto fare altro che rifocillarli e ascoltare le lagnanze degli ospiti stranieri e adoperarsi per sollecitare l'assegnazione dei pocket-money giornalieri attraverso gli uffici prefettizi. I migranti alloggiati nel borgo della valle del Sabato avanzano due mensilità e lamentanto le precarie condizioni igienico-sanitarie in cui vivono.
“Questa non è accoglienza- ha esclamato il sindaco Aufiero-. La dignità delle persone viene prima di tutto. Ho sollecitato il vice prefetto Amabile a trovare insieme una soluzione al caso”.
Sta diventando, purtroppo, una costante sempre più diffusa questa dei ritardi nella corresponsione agli immigrati dei buoni pasto che vengono impiegati anche per l'acquisto di sigarette o schede telefoniche o comunque di generi di prima necessità e il degrado e l'abbandono denunciati puntualmente dai migranti.
E' successo nelle settimane passate a Monteforte e adesso, per la prima volta, a Pratola Serra.
Sempre a Monteforte nella giornata di martedì si sono registrate altre tensioni legate proprio ai ritardi, dilazionati nel tempo, dei ticket. L'inadempienza della coop che gestisce i migranti di Monteforte è stata a più riprese sollecitata anche dal prefetto Sessa a rispettare i termini previsti in questi casi. Dalla Prefettura infatti fanno sapere che i pocket-money vengono distribuiti con puntualità. Il malessere che segna la quotidianità degli immigrati, sempre più spesso 'parcheggiati' nelle strutture ricettive senza avere assistenza adeguata né tantomeno formazione relativa soprattutto all'apprendimento della lingua italiana, è ormai cronico e rischia presto o tardi di deragliare. Da tempo lo denunciano gli esponenti sindacali provinciali della Cgil, gli unici più attenti alle problematiche inerenti l'accoglienza degli stranieri in Irpinia. Accoglienza che si sta rivelando in taluni casi fonte di profonda diffidenza nelle comunità che ospitano i migranti e che non ha nulla a che fare con l'integrazione. Già dalla prima ondata emergenziale, quella del 2011, il segretario provinciale della Cgil, Vincenzo Petruzziello, è stato in prima linea su questo fronte ostico e delicato redigendo appositi report nelle strutture ricettive irpine che accolgono i migrant