Con un campanilismo fuori luogo i Sindaci aderenti all’ Ambito A4 stanno pregiudicando l’erogazione dei servizi ai cittadini più deboli.
Al di là delle responsabilità politiche e del comportamento poco nobile dimostrato fino ad oggi dai Sindaci dei Comuni interessati, ancora non è stata condivisa la programmazione sociale da presentare agli uffici regionali che consente di ottenere fondi da destinare ai servizi per i cittadini più bisognosi.
Il rischio di perdere i finanziamenti stanziati e già disponibili a sostegno delle fasce deboli, in particolare dell’ infanzia e degli anziani, è altissimo.
I tempi dettati dalla Regione Campania, che tengono conto della legge regionale 11, all’ art. 47, sono tassativi e, quindi, entro l’ 8 ottobre 2013, termine ultimo per presentare i Piani d’ intervento, segnerà l’avvio immediato di una procedura d’ urgenza (con una Giunta Regionale già fissata per il giorno 9 ottobre 2013, che darà avvio al Commissariamento degli Ambiti).
Tanto per inciso, i singoli comuni dell’ ambito saranno soggetti a Commissariamento.
I Commissari, individuati tra funzionari della Regione Campania, avranno a partire dal 10 ottobre 2013, 30 giorni per operare e presentare i nuovi piani.
Quindi, alla data del 10 novembre 2013, la Regione Campania impiegherà ulteriori 30 giorni per valutare i Piani inviati e saremo giunti al 10 dicembre 2013. Si ricorda che la data di scadenza per la programmazione dei PAC-PIANI DI AZIONE E COESIONE, fondi rivolti esclusivamente alla cura della prima infanzia e degli anziani non autosufficienti, è fissata per il 14 dicembre 2013.
Quanto premesso implica che tutti gli ambiti soggetti a commissariamento tempisticamente NON riusciranno neanche ad attingere al Fondo di Coesione, stanziato e disponibile, di 96.398.200,00 milioni di euro. Un vero spreco per la popolazione irpina già afflitta da molteplici problematiche, deprivata anche di “un sospiro di sollievo per il sociale” che è stato destinato solo a regioni in difficoltà e con alto tasso di disagio sociale come la nostra, che rimarrà tale, a causa di una politica di parte incapace di comunicare e di fare gli interessi del territorio e dei cittadini che rappresentano.
A tutto questo si aggiunge che ancora una volta prevale la mancanza assoluta di sensibilità e di rispetto di fronte al mantenimento dei livelli occupazionali nel nostro territorio.
Quattro le considerazioni che siamo obbligati a fare:
- la prima è che i decisori politici, con le loro inopportune scelte, stanno distruggendo ciò che fino ad oggi si è costruito, bloccando ed eliminando ogni possibilità di ulteriore crescita in termini di miglioramento professionale ed erogazione di servizi;
- la seconda è che si rischia di sostituire le professionalità esistenti con altre esterne;
- la terza è che i Comuni, avendo una costante necessità di liquidità, per affrontare le ormai croniche carenze di cassa, vorrebbero bloccare tutti i servizi dei piani sociali di zona, eliminando ogni possibilità ai cittadini dei loro territori;
- l’ultima considerazione è che il tutto, sta concorrendo a determinare lo sfascio di tutto quanto di buono si era riuscito a costruire.
A difesa dei servizi ai cittadini, in particolare quelli più deboli e di chi non ha la forza di lottare per i propri diritti, degli operatori da anni impegnati in queste attività come punti di riferimento per il territorio, per la loro dignità professionale e umana, sollecitiamo la politica a superare le posizioni di parte, con l’invito ad attuare ogni sforzo che ridia speranza a chi, da tempo, attraverso il proprio impegno professionale, ha garantito ai cittadini più deboli servizi dignitosi, sottolineando che in una comunità che si definisca tale “il bisogno di uno è, e deve essere il bisogno di tutti”!