Pediatria, Luparella: i difensori d’ufficio dovrebbero porsi qualche domanda

di , Mercoledì, 23 Giugno 2021

Il dibattito apertosi sul reparto di Pediatria dell’Ospedale di Ariano ha del surreale. Una associazione lancia l’allarme, parlando di chiusura del reparto e basandosi su documenti: una lettera indirizzata ai vertici ASL in cui si comunica l’impossibilità di garantire continuità assistenziale, vale a dire la presenza in sala parto e in sala operatoria, l’attività di Pronto Soccorso e Day Hospital, l’assistenza nido, i trasferimenti indifferibili presso altre strutture, l’accompagnamento pazienti critici per RSM e EEG. Immediatamente insorgono i difensori di ufficio, pronti a cavillare sulle parole, e a negare che vi sia una vera e propria chiusura del reparto. Nessuno che badi alla sostanza, nessuno che si chieda o dimostri quale sia la differenza tra un reparto chiuso, anche formalmente e amministrativamente, e un reparto aperto sulla carta ma impossibilitato a fornire servizi elementari e indispensabili come quelli elencati. Nessuno che voglia ammettere l’evidenza, e cioè che di questo passo, qualunque siano le cause, di chiunque siano le colpe, l’Ospedale di Ariano ben presto non avrà più ragione di esistere. Finché la questione sanità verrà concepita come lotta tra tifoserie, finchè si continuerà a snobbare e boicottare le iniziative di chi, poco interessato alle contrapposizioni preconcette, propone un impegno unitario e convergente di tutti, finché piuttosto che guardare alla luna si cavillerà sul dito, non ci sarà nessuna speranza. Continuiamo a farci del male.