Nusco e i suoi tesori sacri. Nel museo diocesano è raccolto il prezioso patrimonio artistico

di , Mercoledì, 17 Febbraio 2016

Proseguiamo il nostro viaggio attraverso i musei d’Irpinia, visitando, questa volta, il Museo Diocesano di Nusco. 

Il Museo Diocesano di Nusco è ospitato nel Palazzo arcivescovile, è stato inaugurato nel 2001 ed è nato con lo scopo di valorizzare, custodire e promuovere il grande patrimonio storico-artistico proveniente dal territorio della Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. Il palazzo risale al 1756, ad opera di mons. Francesco Antonio Bonaventura, ed è in stile tardobarocco con la facciata dominata da un maestoso portale in pietra.

Inizialmente il Palazzo-Seminario fu utilizzato, dal 1992, come deposito di oggetti di arte sacra provenienti da edifici danneggiati o distrutti dal sisma del 1980. Successivamente, poiché ci si rese conto che la gran parte degli edifici da cui provenivano tanti tesori, non sarebbe stata ricostruita o sarebbe stata destinata ad altri usi, si pensò di convogliare queste opere d’arte in un’unica collezione che ne potesse esaltare i pregi. Frutto di un accordo tra l’Arcidiocesi, il Comune e la Comunità Montana Terminio-Cervialto, il Museo fa parte di un più ampio progetto di recupero del patrimonio storico e architettonico del paese, incluso nel novero dei più bei “Borghi d’Italia”.

E davvero è uno spettacolo godere del panorama che offre il paese, ben restaurato e molto ben tenuto, ricco di storia, arte e tradizioni. Non a caso, Nusco, dall’alto dei suoi 914 metri di altitudine, dominando le Valli del Calore e dell’Ofanto, si è meritato l’appellativo di “Balcone dell’Irpinia”.

Nel Museo, diretto da don Tarcisio Luigi Gambalonga, l’allestimento è composto da pareti attrezzate componibili e modificabili, in base alle esigenze espositive, ed è articolato in modo che le sezioni tematiche risultino le seguenti: il Palazzo offre una superficie di circa 800 mq, tra piano terra, piano rialzato e piano nobile, ed è destinata a Museo e Archivio storico; la Cattedrale ospita la Sala del Tesoro e dà l’accesso alla panoramica Torre campanaria; la Chiesa di san Giuseppe, invece, ospita i tessuti e i paramenti sacri, per un totale di oltre 1100 mq coperti, oltre a 900 mq circa di spazi all’aperto destinati a Lapidarium.

Ad ognuna delle sette chiese del territorio, confluite nell’attuale circoscrizione ecclesiastica, ovvero Nusco, S. Angelo dei Lombardi, Conza, Bisaccia, Montemarano, Monteverde e Frigento, è dedicato uno spazio espositivo all’interno del Museo che, tuttavia, conserva intatti il mobilio di pregio e gli arredi di alcuni ambienti, dando l’idea di una vera e propria residenza. Sono rimasti integri, infatti, il Salone degli stemmi, lo studio del vescovo, la Cappella. Importantissima la Sala San Filippo, dove è collocata la Biblioteca S. Amato e l’archivio vescovile della diocesi. Vi si trova addirittura una sala per mostre e convegni, una sala per ristorazione e ben quaranta posti letto, il tutto istituito all’epoca del Giubileo del 2000 per favorire turismo e pellegrinaggi. 

Bellissime opere d’arte si possono ammirare al suo interno. Degni di nota, un busto in argento raffigurante santo Stefano, risalente al XVII secolo e proveniente dalla concattedrale di santo Stefano di Nusco, così come l’altro busto, molto bello, di sant’Amato; un gruppo scultoreo in legno policromo, raffigurante l’Annunciazione e risalente anche al XVII secolo. Altre sculture molto importanti sono quelle di sant’Anna e Maria bambina, quella di sant’Emidio e san Giuseppe, opera di Giacomo Colombo e risalenti agli inizi del XVIII secolo. 

Considerevole anche la presenza di oggetti liturgici e paramenti sacri, tra i quali da citare i quattro reliquiari a busto in legno policromo scolpito, di san Lorenzo, san Ludovico, di una santa martire e di un santo vescovo, risalenti al XVII secolo e collocati nella cappella dell’episcopio. Pregevole un ostensorio in argento del 1783, opera di Francesco Manzone, un turibolo e una navicella portaincenso, anche in argento, di Carmine Murolo, risalenti al 1776. Due dalmatiche provenienti dal Duomo di sant’Angelo dei Lombardi e risalenti alla metà del XVI secolo, alcune pianete della metà del ‘700 donate dai vescovi Francesco Paolo e Giuseppe Nicolai alla concattedrale di Santa Maria Assunta di Conza. Bellissimo un servizio di cartegloria risalente alla metà del XVIII secolo, e pregevole una formella con Immacolata Concezione e Dio Padre, in argento sbalzato, di Giuseppe Conforto.

La Cattedrale non è da meno, anzi, edificata nell’XI secolo, si erge in tutta la sua maestosità proprio di fronte al palazzo vescovile. Il suo aspetto attuale, tuttavia, è settecentesco e presenta una facciata formata da grossi massi squadrati in pietra. A nord vi è la Torre dell’Orologio, costruita nel 1890, che è integrata nella facciata, così come il campanile, alto 33 metri, che però è più antico e risale al XVI secolo. La pianta della chiesa è a croce latina con tre navate e cappelle laterali. Vero gioiello, poi, è la suggestiva cripta – nucleo originario della chiesa - dove sono conservate le ossa di S. Amato, primo vescovo di Nusco morto nel 1093, collocate in una cassetta di rame situata all’interno della statua del Santo. Molto belli, anche se scoperti recentemente, degli affreschi che rappresentano la Natività e che risalgono al XIII secolo circa, mentre degno di nota è anche il pulpito ligneo seicentesco. Statue in argento, oggetti e paramenti sacri, pezzi di oreficeria, costituiscono il tesoro di sant’Amato.

Ce n’è abbastanza, quindi, per decidere subito di organizzare una gita a Nusco, per godere di così tanta arte, storia e bellezze paesaggistiche e naturalistiche.

Articolo pubblicato sul numero Aprile/Maggio 2015 del periodico XD Magazine.


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