E’ arrivato un altro appuntamento di festa, religione e folklore; oggi pomeriggio alle 15:00 a Mirabella si terrà la tradizionale Tirata del Carro in onore della SS Addolorata.
Si tratta di un appuntamento atteso da tutti i cittadini, residenti e non che ogni anno, il sabato che precede la terza domenica di settembre, si ritrovano per assistere allo spettacolo di questo immenso e altissimo obelisco di paglia che attraversa il paese.
La storia di questo obelisco parte da molto lontano. Era abitudine, tra i contadini di Mirabella, offrire alla Madonna Addolorata e ad atri santi protettori una parte del grano mietuto in ciascuna annata e lo si faceva allestendo piccoli carretti rivestiti in paglia. E’ possibile che da questa espressione di gratitudine derivasse una certa competitività tra i contadini che poco alla volta conferirono ai carretti caratteri estetici sempre di maggior rilievo.
Pian piano si passò dall’offerta dei singoli a quella collettiva e così il “dono” cominciò ad essere trasportato su un solo carro.
Il Carro di Mirabella è alto venticinque metri e pesa all’incirca venti tonnellate, si compone di duemila pezzi, di cui settecento in paglia lavorata a mano.
La sua struttura, completamente in legno, è realizzata con 23 travi sovrapposte. Dalla geometria delle travi si ricavano sette piani rientranti detti “registri”, di cui gli ultimi tre compongono la cupola, alla cui sommità viene fissato il simulacro dell’Addolorata.
L’intero complesso è fissato su un grosso carrettone agricolo attraverso un supporto consolidato in ferro e tutto il lavoro per la tessitura in paglia dei pannelli che rivestono la struttura è fatto a mano, con mezzi tradizionali. Non esistono laboratori ed officine; tutto il lavoro è realizzato con mezzi tradizionali quali forbici, aghi, una cucitrice tradizionale ed altri semplici utensili.
Detto così sembra niente, ma a vedere l’opera compiuta si finisce col credere ai miracoli e un miracolo diventa, per gli spettatori, la tirata del Carro, spettacolare e ricca di suggestioni.
Importante e significativo per questa festa, oltre al lavoro di preparazione, svolto con dedizione e amore da Giotto Faugno il quale sembra aver “ereditato” dal nonno la nobile dote della lavorazione della paglia, è il trasporto dell’obelisco che, dalla contrada di Santa Caterina, attraverso un viaggio di circa sei ore, in cui viene trainato da coppie di buoi e “sorretto” dai funaioli che, sapientemente, tirano e lasciano le funi di canapa per dare il giusto equilibrio alla struttura, arriva nel centro del paese, al Borgo, dove viene puntellato. Ed è lì che resta per tutta la durata dei festeggiamenti e cioè fino al martedì successivo, in mostra, in modo che tutti possano ammirare quello spettacolo capace di lasciare senza fiato.
Si dà così inizio ai festeggiamenti di quella che è tra le ricorrenze più sentite in Irpinia perché capace di creare, per la bellezza del “protagonista principale”, il Carro, appunto, emozioni forti in tutta la comunità devota.