“Festini alla coca, Famiglia assente, figli allo sbando: Lo stupro vien da sé”titola così l’articolo comparso su Libero, inerente il caso Genovese.

Dunque siamo alle solite: una ragazza stuprata e gente pronta ad interrogarsi sulle colpe della vittima.
Risulta davvero stucchevole il solito refrain sugli atteggiamenti delle donne, sulle responsabilità dei genitori, sull’assenza di controlli.
Nello stupro esiste un solo responsabile, esiste un solo carnefice, esiste un solo colpevole.
L’unica domanda da porsi riguarda la profonda sconfitta di una società che tende a giustificare il male, quasi a volersi assolvere rispetto al degrado che lo ha prodotto.
Le vicende di cronaca di questi giorni ci restituiscono l’immagine di maschi inconsistenti, privi di morale, ricchi per caso e convinti che il danaro possa essere lo strumento per comprare ogni cosa.
Esseri miserevoli, talvolta definiti uomini per errore, che trovano il riscatto alle proprie angosce e alle intime inquietudini attraverso la sopraffazione e la violenza.
Il danaro come strumento per garantirsi l’impunità, il potere per sfuggire alla gogna.
Si interroghi la nostra società sui mostri che la affollano, tacciano le donne che non sanno cogliere il dolore e non sanno offrire solidarietà.
Una ragazza che piange raccoglie sulle sue spalle le colpe di un maschio represso e i limiti di una società che non sa proteggerla.
Ognuno abbracci quella donna perché la sua dignità rappresenta la prova che c’è un futuro per l’umanità.

 

Giuliana Franciosa

Coordinatrice provinciale Azzurro Donna Avellino