Lutto nella cultura arianese: addio a Luigi De Padua

di , Giovedì, 23 Gennaio 2014

di Gianni Vigoroso

Avrebbe voluto scrivere e dire ancora tante cose a tutti Luigi De Padua, ha provato a farlo a fatica fino agli ultimi istanti della sua vita, su pezzi di carta e con gli occhi attraverso sguardi dolcissimi, in un letto d’ospedale, dove purtroppo il suo cuore si è arreso per sempre. Non ce l’ha fatta questa volta a superare un ultimo ostacolo presentatosi improvvisamente nella sua vita dinanzi a lui, quando tutto gli stava sorridendo ancora. E’ una notizia che ha rattristato tutti, parlare di Gigino De Padua, significa ripercorrere la storia di Ariano. Grazie alla sua opera fervida e feconda, altamente meritoria ha fatto parte dell’Accademia culturale d’Europa e dell’ordine dei Cavalieri Templari.

E’ stato scrittore, poeta, giornalista pubblicista, direttore del periodico culturale Ara Jani, dove per anni ha raccontato le storie più belle della città nonchè dell’emittente televisiva arianese canale 58. Dei giornalisti del tricolle era il decano in assoluto, tra i più stimati ed apprezzati in Campania, il prossimo 23 luglio avrebbe compiuto 91 anni.

Iscritto all’ordine dal 22 giugno 1973, ben 41 anni. Due giorni fa ricevette in ospedale un messaggio di solidarietà da parte del presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli: «Ti siamo vicini, sappiamo tutti l’amore che tu hai per l’Ordine, amore che noi ricambiamo con grande intensità. In questo momento in ufficio siamo io e Nino Trevisan che ti saluta e ti abbraccia con grande affetto». Poche righe, scritte con semplicità e profonda stima, che Gigino, è riuscito a leggere, fino a commuoversi, stringendo forte le mani di sua moglie Lidia che insieme ai figli e nipoti non lo hanno lasciato un istante solo, negli ultimi giorni difficili della sua vita, fulminati improvvisamente da una ischemia cerebrale che in poco tempo lo ha strappato all’affetto di tutti. Un grande uomo e una grave perdita per Ariano.

Così lo ricorda Antonio Alterio: «E’ pezzo pregiato della storia di Ariano che se ne va, soprattutto per quello che poteva ancora dire e raccontare. Forse sentiremo in parte la sua mancanza, in quanto i suoi figli, a partire da Cesare, sapranno tenere in vita e valorizzare ancora di più tutte le sue fatiche». Ha dato tanto per il tribunale in termini di lavoro e di presenza attiva. La scomparsa di quel presidio di legalità è stata per lui motivo di grande sofferenza. Ci piace rileggere una citazione in un articolo di Luigi De Padua su Ara Jani. Ciruolo e Micciariello, 1890 – 1956, sessantasei anni di stenti in una cornice di brillante umorismo: “La morte dolcemente spinse l’uscio socchiuso. Disse l’uomo: “ho fame e freddo”. “Per questo son qui.” Bisbigliò lei, spezzata di pietà. E lo rifocillò il cielo. Ha dato spazio a tutto su Ara Jani, il periodico più caro agli arianesi, dalla cultura, storia, artigianato, teatro, arte, folclore allo sport, senza tralasciare nulla. Aneddoti storici, personaggi e simboli della sua città. Vorrei è una delle poesie più belle di Luigi De Padua, che ci colpisce in questo momento: Da fiori di siepe, inedito: “Vorrei tu venissi mentre ascolto la notte a fermarti su l’uscio che attende: a riempirmi di muschio e di sacro, di grano e di cielo, a portarmi feriti sospiri l’agonia del desiderio….i rovi e le rose! Nell’angolo quell’unica lampada che offende il silenzio, aspettando dita tremanti brucerebbe l’ultimo raggio: poi lentamente in quell’ombra proibita indovinerei la bocca che sogno.”

Lascia la moglie Lidia e i figli Cesare, Tullio, Patrizia, Elsinore, Eraldo, Parisina, Loredana, Marzio, Claudio e Massimiliano. Oggi alle 15.00, partendo dall’ospedale i funerali nel Santuario Madonna di Fatima, al Piano di Zona a pochi passi da casa sua.



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