L'ultimo concerto, la beffa è servita sui social da decine di artisti e band italiane

di , Domenica, 28 Febbraio 2021

Centotrenta concerti in streaming in contemporanea alle ore 21 di sabato, dai locali di tutta Italia. Diodato da un club di Trezzo sull’Adda, Manuel Agnelli da Mezzago, Marina Rei da Roma, e poi Elio e le Storie Tese da Parma, Lo Stato Sociale da Bologna e i Subsonica da Torino, e ancora i Pinguini Tattici Nucleari da Bergamo. Grandi nomi e artisti minori, che per una sera avrebbero dovuto offrire un live alle migliaia di persone che, ormai da mesi, non possono ascoltare musica dal vivo.
"L’ultimo concerto?” era il titolo dell’iniziativa, nata in particolare per riconoscere e sottolineare il valore dei live club come luoghi di cultura, ma anche del settore musicale che per numero di spettacoli è secondo solo a quello cinematografico e per volume di affari solo allo sport.
Avrebbero dovuto esibirsi, appunto. Il condizionale è d’obbligo. Già, perché la beffa è stata servita come nessuno si aspettava: le centinaia e centinaia di persone che si sono collegate ai link sponsorizzati da giorni – con tanto di sito ufficiale ultimoconcerto.it, eventi in Facebook promossi dai singoli locali e persino gli stessi artisti a lanciare video e interviste in questa ultima settimana – hanno passato ore ad aggiornare la pagina vanamente. Problemi di connessione? Qualche disguido nella diretta? Artisti fermati all’ultimo dal Covid o da qualche Dpcm? Macché, tutto voluto.
Nessun concerto. Nessuno è salito sul palco. Nessun link funzionava. Una grande beffa. La diretta non parte, e volutamente. 
L'ultimo concerto, la beffa è servita sui social da decine di artisti e band italiane.
Centotrenta concerti in streaming in contemporanea alle ore 21 di sabato, dai locali di tutta Italia. Grandi nomi e artisti minori, che per una sera avrebbero dovuto offrire un live alle migliaia di persone che, ormai da mesi, non possono ascoltare musica dal vivo. E invece...
Di fatto un grande evento-fake, un flashmob inaspettato - come ogni flashmob dovrebbe effettivamente essere – e una protesta pacifica.Non l’hanno presa tutti bene, sia chiaro In molti invece l’hanno capito: “Severi ma giusti”, “Provocazione riuscita”, “Ce l’avete fatta”, si legge qua e là nelle varie pagine Facebook che raccolgono i mancati spettatori di ieri stasera.

Il silenzio di questa serata – organizzata da Assomusica, KeeepOn Live e Arci – ha colto nel segno. E ha ribadito il peso dei numeri: i mancati incassi per il settore dei live club sfiorano nell’ultimo anno 50 milioni di euro cheu corrispondono a circa 15.000 concerti cancellati. E il 49% di queste piccole attività rischia di non vedere più la riapertura.