L'intervista - Pino Imperatore, l'humor contro la camorra

di , Lunedì, 04 Maggio 2015

E' autore di best-seller e testi teatrali con Siani e Caiazzo. Giornalista e scrittore, impugna la penna per denunciare le illegalità

La sua scrittura è divertente e graffiante. Pino Imperatore, napoletano fino al midollo, giornalista prima e scrittore dopo, non hai mai smesso di coltivare la passione primordiale per raccontare e denunciare il malaffare diffuso e l'illegalità ma lo fa usando una chiave insolita e disarmante: l'ironia.

Nato a Milano da genitori emigrati vive ad Aversa e lavora nel capoluogo partenopeo (è il responsabile dei grandi eventi per il Comune di Napoli). Imperatore è spesso in giro per promuovere le sue opere umoristiche e i suoi romanzi.

'Benvenuti in casa Esposito' del 2012, e il sequel 'Bentornati in casa Esposito' sono diventati molto presto dei veri e propri casi editoriali. Dal primo è stata tratta una commedia teatrale di successo scritta da Imperatore con Alessandro Siani e Paolo Caiazzo.

Nel 2001 ha ideato e fondato a Napoli il Laboratorio di scrittura comica e umoristica dedicato ad Achille Campanile, e da un decennio è affiancato nella conduzione dal ludolinguista Edgardo Bellini, campione italiano di 'Giochi di Parole'. Sei anni fa fonda il GULP, ovvero il gruppo umoristi ludici postmoderni, e pubblica due antologie umoristiche: 'Aggiungi un porco a tavola' e 'Se mi lasci non male'. Sempre con Bellini ha curato l'antologia umoristica: 'Quel sacripante del grafico si è scordato il titolo'.

Ha all'attivo decine di opere da: 'In principio era il Verbo poi vennero il soggetto e il complemento' a 'La catena di santo Gnomo', e ancora 'Manteniamo la salma', 'Tutti a posto e niente in ordine', 'De vulgari cazzimma- i mille volti della bastardaggine'.

Vanta collaborazioni in trasmissioni Rai, e ha ottenuto numerosi riconoscimenti letterari.


Usi l'umorismo come arma contro la camorra e l'illegalità.  A suo avviso, anche così si può sconfiggere, oltre che ridicolizzare, il malaffare delinquenziale?
“Uno dei compiti dell'umorismo- evidenzia Imperatore- è individuare e colpire le devianze del potere, a maggior ragione quando queste si manifestano in forma delinquenziale. Dimostrare quanto i criminali siano ignoranti, stupidi e ridicoli, e metterne a nudo tutte le debolezze e brutalità significa depotenziarli e sconfiggerli”.

Scrivere in chiave comica di organizzazioni delinquenziali connaturate al sistema campano serve a smuovere le coscienze, e non solo quelle del suo pubblico e dei suoi lettori?
“Sì, serve a far pensare i cittadini- continua Pino Imperatore- a suscitare i moti di indignazione, a renderli consapevoli della gravità dei fenomeni criminali e delle necessità di non restare in silenzio davanti alle violenze e alle devastazioni del territorio causate dalla camorra”.

Quella di Pino Imperatore è una vita 'multitasking'. Come riesce a conciliare tutti i suoi impegni? “Con passione e sacrifici- confida lo scrittore-. Ma questi ultimi non mi pesano più di tanto perché credo fermamente in ciò che faccio. Amo scrivere, stare in mezzo alla gente, dialogare, imparare, rinnovarmi, diffondere idee positive e sorrisi. La vita va vissuta con intensità, altrimenti sfiorisce in un batter d'occhio”.

La sua è anche una scrittura di impegno civile e di denuncia. Si sente in pericolo?
“No- esclama netto Imperatore-. Se avvertissi sensazioni di pericolo prenderei le dovute precauzioni. Se avessi paura mi metterei a fare altro. Decine di migliaia di lettori mi proteggono e mi vogliono bene: sono loro a farmi da scudo. Non corro alcun rischio”. 



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