L’INGIURIA E ’REATO?
La quinta sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza n. 25062/2016 del 16
giugno, ha stabilito che il reato di ingiuria non esiste più ed hanno ancora effetto, però le
sanzioni civili ad esso collegate. Inizialmente, l’ingiuria era qualificata come reato ai sensi
ed effetti di cui all’art. 594 c.p.
Ciò ovviamente non significa che l’ingiuria sia divenuta legale, bensì continua ad essere
un comportamento vietato dalla nostra legge, e come tale, sanzionato anche pesantemente.
Quali sono le conseguenze pratiche della depenalizzazione del reato di ingiuria?
1. Non si può sporgere querela;
2. Non ci si deve più rivolgere a polizia o carabinieri ma direttamente al giudice civile;
3. Non c’è più un processo penale ma uno civile;
4. Non è più sufficiente la dichiarazione della vittima come prova;
5. Non è più lo Stato a portare avanti il processo ma la vittima;
6. Il responsabile non subisce più una sanzione penale ma una civile;
7. La sanzione per l’ingiuria non lascia macchie nel casellario giudiziario;
8. La vittima deve anticipare le spese processuali.
Spesso, si confondono i concetti di ingiuria, diffamazione e calunnia. Si tratta invece di tre
illeciti completamente diversi.
L’ingiuria è l’offesa rivolta alla vittima. Ne risponde «chiunque offende l’onore o il decoro
di una persona presente».
L’ingiuria richiede quindi due comportamenti:
l’offesa;
la presenza della vittima a cui deve essere indirizzata direttamente la frase
offensiva.
Quando può accadere ciò? Quando ad esempio una persona rivolga una parolaccia ad
un’altra nel corso di un litigio o l’offenda in modo particolarmente forte, anche con un
semplice gesto della mano o del braccio. È importante specificare che l’ingiuria non è
necessariamente verbale, ad esempio commette ingiuria chi, anche chi, in una chat,
rivolgendosi alla vittima, la offende pubblicamente o quando lo stesso comportamento
viene realizzato con una lettera privata indirizzata alla parte offesa.
Mentre, la minaccia sussiste quando viene generata un’offesa alla reputazione ma un
timore nella vittima per la propria o l’altrui incolumità; la diffamazione è l’offesa nei
confronti di una persona ma pronunciata in sua assenza, dinanzi ad almeno due persone:
è il caso concreto di chi parla male di qualcuno e lo fa con l’intenzione di offenderlo.
La calunnia è il comportamento di chi querela o denuncia una persona dinanzi alla
pubblica autorità, pur sapendo bene che questa è innocente; la calunnia si concretizza
quando c’è anche malafede.
A cura dell’Avv. Guerino Gazzella
Ariano Irpino, lì 15.09.2023