Ritardi dai due ai quattro mesi nella corresponsione dei pocket-money. Insorge il maggiore sindacato nazionale.
Tra la disperazione e la speculazione sull'accoglienza ai migranti c'è l'indignazione.
Quella di Enzo Petruzziello, segretario provinciale Cgil, è ormai incontenibile.
“La gestione dei profughi in Irpinia è scellerata”. Va giù duro come uno schiacciasassi il segretario del maggiore sindacato che nelle ultime settimane ha prodotto un documento sui ritardi nella corresponsione dei ticket giornalieri agli immigrati alloggiati in diverse strutture ricettive private.
Si va dai due ai quattro mesi di ritardo nell'assegnazione dei pocket money (2.50 euro al giorno) che spettano a ogni migrante per acquistare il minimo indispensabile.
“Sono appena quattro- rincara la dose Petruzziello- le cooperative sociali che si sono aggiudicate l'appalto con la Prefettura di Avellino, e da oltre un anno si stanno occupando dell'accoglienza dei migranti in quindici paesi irpini. Ma in che modo? Non è la prima volta in questi mesi che gli ospiti lamentano di non avere i buoni pasto, e così il vestiario o comunque il necessario per campare. Sulla pelle di questi ragazzi stanno speculando solo gli albergatori e le cooperative”.
E' un affondo pesante e diretto senza attenuanti. Petruzziello si è rivolto anche alla magistratura irpina: tre mesi fa ha presentato con i suoi più stretti collaboratori un esposto dettagliato alla Procura della Repubblica di Avellino contro una cooperativa a suo dire 'inadempiente'. Non solo. Ha girato paese per paese, struttura per struttura per vedere con i suoi occhi in che condizioni stanno gli extracomunitari in attesa di un responso dalla Commissione Territoriale Ministeriale di Caserta.
“E' indecente quello che ho visto fino ad oggi- tuona ancora il segretario della Cgil irpina-, non è degno di un Paese europeo. Ma è mai possibile che solo noi dobbiamo denunciare quanto sta avvenendo nelle strutture che ospitano i migranti? La Prefettura, la Procura, dove stanno e cosa fanno? Sono due mesi che aspettiamo la convocazione di un tavolo di confronto coi sindaci in Prefettura”.
Il rischio ipotizzato è un deragliamento gestionale e una paralisi della macchina burocratica.
Da sei mesi i lavori della Commissione Ministeriale di Caserta, l'unica finora attiva in Campania (quella di Salerno non è ancora entrata in funzione), sono fermi e di conseguenza si sono allungati oltremodo i tempi d'attesa dei richiedenti asilo. L'80% delle richieste pervenute è stato però respinto. Quei pochi che invece sono riusciti ad ottenere lo status di rifugiato sono andati via dall'Irpinia. Poi c'è sempre la possibilità di fare ricorso, un espediente che alla fine allunga di altre settimane la speranza di ottenere almeno un altro permesso di soggiorno in Italia.
Il futuro di chi resta in attesa è sospeso. “Il prefetto Sessa deve intervenire- conclude Enzo Petruzziello- e garantire il rispetto della convenzione che le quattro cooperative hanno stipulato con la Prefettura. Basta con la gestione allegra dei fondi. Basta con i ritardi ingiustificabili, e le inadempienze. Il nostro timore è che la situazione possa sfuggire di mano. Tra gli ospiti delle strutture gestite dalle cooperative cova troppo malessere”.
La Cgil sta premendo nuovamente per un vertice a stretto giro con il massimo rappresentante territoriale del Governo e con i sindaci dei paesi che da un anno accolgono i migranti. Lo scopo è quello di fare chiarezza sulla gestione delle risorse finanziarie destinate all'accoglienza dei profughi.