Chiedono di rivedere il piano d'accoglienza dei migranti. Pochi i Comuni irpini che ospitano i profughi
Avellino- Non ci stanno a essere tacciati di razzismo. Finora hanno accolto e sono stati zitti senza avere nessun beneficio dallo Stato. Sindaci barricaderos? No, grazie. Stanchi però, molto stanchi di accettare supinamente le decisioni altrui e di subire poi anche i contraccolpi negativi nelle rispettive comunità.
La protesta, dai toni pacati ma fermi, degli amministratori dei pochi paesi irpini che ospitano i migranti non ha affatto la portata di quella degli omologhi del nord anche se il comune denominatore sia lo stesso. A capeggiarla, ma si fa per dire, c'è il primo cittadino di Pietradefusi, Giulio Belmonte, che già diverse settimane fa ha vergato una dura lettera al prefetto di Avellino, Carlo Sessa, e oggi è ritornato alla carica.
"Così proprio non va bene- tuona Belmonte-. Il piano d'accoglienza va rivisto perché non possono essere sempre gli stessi centri a dare ospitalità. Quelli più grandi ad esempio non hanno ricevuto nemmeno in profugo. Non è giusto: va fatta a questo punto una distribuzione equa su tutto il territorio provinciale". D'accordo con la proposta di Belmonte i sindaci dei paesi che accolgono decine e decine di immigrati da oltre un anno. La proposta sarà sottoposta all'attenzione del prefetto Sessa che però a più riprese ha invitato tutti gli amministratori irpini alla massima collaborazione, ma senza alcun riscontro oggettivo. Intanto da Napoli continuano a 'sbarcare' in Irpinia frotte di migranti.