E’ giovane ma già da anni calca le tavole del palcoscenico e vive di teatro. Nella sua formazione, una laurea in drammaturgia al Dams di Bologna e l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Mario Merone è un promettente attore teatrale del Tricolle, proiettato verso una brillante carriera italiana e con un profilo internazionale per via di alcuni suoi lavori all’estero per conto della Euro Master Studio. E’ il caso di “Funny Games” rappresentato a Birmingham, o di “Table of peace” in scena a Belfast. Con grande versatilità, Mario alterna la commedia napoletana al teatro impegnato di Plauto, come nello spettacolo “Miles Gloriosus”,recitato in latino, il cinema e il doppiaggio alla tv, con la partecipazione alla fiction “La squadra 7”. E adesso si cimenta in una nuova sfida professionale, l’apertura di una scuola di dizione ad Ariano Irpino.
Dal 21 novembre partiranno le lezioni del laboratorio “La Magia della Voce”,un corso rivolto a studenti,insegnanti, allievi attori, cantanti, professionisti della comunicazione, stranieri. Insomma, una nuova opportunità per tutti coloro che utilizzano la voce per mestiere o semplicemente per chi vuole migliorare la pronuncia e l’uso della lingua parlata italiana e la propria capacità espressiva di lettura in pubblico. La scuola ha in programma venti incontri e la formazione sarà divisa in due parti:dizione e voice training. In questo periodo, il giovane attore è alle prese anche con le ultime fasi di scrittura del suo prossimo lavoro teatrale “Nero Latte”, un progetto dedicato alle scuole e che sarà rappresentato a partire dal 23 gennaio.
Si tratta di un dramma intenso che narra della Shoà, pensato proprio per la giornata della memoria e per ricordare i bambini morti ad Auschwitz. E’ la storia del ritrovamento di un diario appartenuto ad una vecchia signora tedesca, Ingrid, che racconta di un periodo della sua vita a tutti nascosto e quindi mai emerso. Gli anni dell’Olocausto vengono raccontati dai carnefici e non dalle vittime: Ingrid in gioventù era una addetta alla sorveglianza del campo di Auschwitz. Come ricorderà più volte nel diario,era una delle donne che “accompagnava i bambini a fare la doccia”. Una verità sconvolgente e drammatica per Miriam, autrice del ritrovamento del diario, e figlia di Ingrid.