L’assegno di divorzio: quando una ex moglie può perdere il diritto all’assegno di divorzio. - Avv. Guerino Gazzella

di , Venerdì, 31 Maggio 2024

L’assegno di divorzio: quando una ex moglie può perdere il diritto all’assegno di divorzio.

La Corte di Cassazione ha sottolineato come alcuni eventi, successivi alla separazione,
possano influenzare il diritto all’assegno di divorzio.
In primis occorre precisare che in una recente sentenza n. 35385 del 18.12.2023 la Corte di
Cassazione è tornata sulla modalità di quantificazione dell’assegno divorzile, prevedendo
che i criteri determinativi dell’assegno divorzile siano i seguenti:
1. condizioni economiche dei coniugi;
2. ragioni del divorzio;
3. contributo personale ed economico dato da ciascuno alla vita familiare ed alla
formazione del patrimonio condiviso;
4. reddito di entrambi i coniugi.
Tutti questi elementi devono essere valutati anche in relazione alla durata del matrimonio,
ma non solo, poiché la Cassazione ha specificato che è necessario prendere in
considerazione anche il periodo di convivenza prematrimoniale. La ratio di tale scelta
risiede nel fatto che il periodo di convivenza prematrimoniale è importante per esaminare
le scelte condivise della coppia che possono aver influenzato la vita coniugale. È essenziale
valutare se la disparità economica fra gli ex coniugi dipende dalle scelte fatte durante il
matrimonio, come per esempio i sacrifici professionali in favore della famiglia.
Ritornando ad esaminare eventi che possono influenzare il diritto agli alimenti analizziamo
una recente ordinanza della Cassazione civile n. 14378 del 23.05.2024.
Il caso riguardava una donna che si era licenziata dal suo impiego regolare per lavorare in
nero. L’obiettivo dietro questa scelta era di continuare a ricevere l’assegno di mantenimento
dall’ex marito.
Il caso di specie riguardava il ricorso di un ex marito che chiedeva la revoca dell’assegno di
divorzio precedentemente concesso alla sua ex moglie, poiché quest’ultima si era dimessa
volontariamente per lavorare in nero dopo la separazione. Questo comportamento era stato
adottato nel tentativo di nascondere le proprie reali entrate e beneficiare così degli alimenti.
La statuizione della corte di Cassazione si fonda proprio sul principio in base al quale non
si debba premiare un comportamento che mira a manipolare il sistema giudiziario per
trarne un vantaggio economico non dovuto. Dunque, la donna lavorando in nero e
rifiutando un’occupazione regolare, ha impedito una corretta valutazione delle sue capacità
economiche. La Corte, così ha evidenziato la necessità di valutare se il matrimonio ha
lasciato una disparità significativa nelle condizioni economiche dei coniugi, considerando
non solo i redditi ma anche il patrimonio e le potenzialità economiche di ciascuno.

Occorre precisare che i giudizi del divorzio devono valutare attentamene la condotta post-
separazione dei coniugi quando decidono sull’assegnazione degli alimenti: è necessario che

le parti mantengano una trasparenza finanziaria ed un comportamento legale dopo il
divorzio, improntato sulla buona fede.
Addirittura, potrebbe anche verificarsi l’ipotesi in cui il marito chieda la revisione
dell’assegno di mantenimento o il suo annullamento ed anche la restituzione delle somme
versate a partire dal giorno in cui le condizioni per l’assegno erano cessate.
A cura dell’Avv. Guerino Gazzella
Ariano Irpino, 31.05.2024