La cultura e la vita di un genio italiano: Alessandro Filipepi (Botticelli)

Sabato, 13 Luglio 2013

Nasce in una casa di Borgo Ognissanti nell’anno domini 1445, uno dei maggiori pittori italiani, ultimogenito di una famiglia fiorentina. Nell’ambiente rinascimentale di una Firenze all’uscio di una civiltà stimolata verso l’innovazione e la crescita intellettuale, economica e artistica nasce  Alessandro Filipepi. In una cornice storica dominata da Lorenzo Il Magnifico, la vita di Sandro Botticelli, si forma tra misticismi ed intellettualità.

L’attribuzione del soprannome è ancora poco chiaro, si pensa ad una derivazione dalla corpulenza del fratello maggiore detto “Botticello”, ma c’è una probabilità maggiore di tale nomignolo dovuto all’attività di un altro fratello “battigello”.

Da una denuncia catastale del 1458, l'artista apparteneva a una famiglia modesta composta dal padre, Mariano Vanni d'Amedeo Filipepi, che faceva il conciatore di pelli, dalla madre Smeralda e quattro figli.

botticelli - la primavera

Fu il fratello Antonio ad introdurlo nella sua bottega di orefice, ed intorno a quel periodo l’atelier dell’orefice era un luogo d’incontro per artisti di ogni genere. Soprattutto le frequentazioni fra pittori ed orefici erano continue e proficue, per il commercio della foglia oro utilizzata nei dipinti.

Così Botticelli ebbe la possibilità di conoscere diversi miniaturisti e pittori, e di sperimentare il suo genio. Nei primi anni sessanta il padre riconosciuta la sua inclinazione lo mise come garzone nella bottega del pittore Filippo Lippi, uno dei maggiori artisti del tempo, che in città d’altronde godeva della protezione della famiglia dei Medici.

Botticelli - La Fortezza

Dal maestro apprese così oltre ai segreti tecnici alcuni inconfondibili elementi ornamentali. Intorno al 1470  molte opere mariane attribuite al Botticelli, hanno una linea d’influenza di Lippi; a questo momento appartengono la Madonna col Bambino e un angelo, La Madonna col Bambino, san Giovanni e due santi, la Madonna dell’Eucarestia, la Madonna del roseto, ecc.

Nel 1470 un cronista fiorentino annoverava Sandro Botticelli, fra gli artisti che in città possedevano una bottega autonoma, quindi si presume che in tale data il pittore vantava una notorietà propria.

Proprio in quell’anno si ritiene sia stata dipinta la Fortezza, il primo tassello del mosaico del Botticelli. L’opera era solo una delle sette decorazioni allegoriche in riferimento alle quattro Virtù cardinali e alle tre teologali, destinate al Tribunale della Mercanzia.

Inizialmente commissionate al pittore Piero del Pollaiolo, non si sa precisamente il motivo per cui siano state effettivamente affidate a Sandro Botticelli, una delle ipotesi è un ritardo di consegna del lavoro del primo e la protezione del console dell’Arte, Tommaso Soderini.
Questa amicizia permise all’artista fiorentino di entrare in conoscenza con una delle famiglie più facoltose del luogo, i Vespucci, i cui membri militavano fra le file del partito mediceo come intimi di Lorenzo il Magnifico.

Giorgio Antonio Vespucci, aveva un particolare rapporto con il pittore tanto da spingerlo a sposarsi, ma il risultato di tanto insistere portò ad un aneddoto (la reale provenienza non è confermata):

Essendo esso [Botticelli] una volta da Messer Tommaso Soderini stretto a tor moglie, gli rispose: Vi voglio dire quello che non è troppo notte passate che m'intervenne, che sognavo havere tolto moglie; e tanto dolore ne presi che io mi destai, et per non mi radormentare et per non lo risognare più, mi levai et andai tutta notte per Firenze a spasso come un pazo. Per il che intese messer Tommaso che non era terreno da porvi vigna

Nel 1472 continua la sua creazione con il dittico “Giuditta a Betulia” e “la Scoperta del cadavere di Oloferne”. Fra il 1472 ed 1474 è databile invece il tondo con l’”Adorazione dei Magi”, quasi probabilmente dipinto  per un altro esponente del partito mediceo, Antonio Pucci. Dello stesso periodo, si annovera San Sebastiano, dipinto dal pittore come vera icona di santità.

Nei primi anni settanta Botticelli ha una intensa attività ritrattistica, tra cui ricordiamo il Ritratto di Smeralda Brandini, il Ritratto di giovane, il Ritratto di uomo con medaglia, il Ritratto di Giuliano de’ Medici. Secondo Giorgio Vasari va attribuito a Botticelli anche uno stendardo decorato in modo originale secondo una tecnica di pachtwork di tele colorate combinate a formare il disegno voluto, tra cui uno destinato a Giuliano de’ Medici, sul quale era raffigurata nelle vesti di Pallade, Simonetta Cattaneo, perdutamente amata da quest’ultimo ma ahimè già consorte del fiorentino Marco Vespucci. Alla morte di quest’ultimo, nel 1478, fu commissionato a Botticelli un nefasto dipinto nel quale venivano immortalati, coloro che avevano attentato alla vita di Giuliano de’ Medici, al momento dell’impiccagione.

Botticelli - Magnificat

L’adorazione dei Magi, dipinta tra il 1475-1476, conferiva l’ufficialità del rapporto con la famiglia De’ Medici, il dipinto oltre ad avere un importanza religiosa, sembra essere contraddistinta da tratti esoterici in riferimento ai Magi, sacerdoti del profeta Zoroastro, astrologi e conoscitori della scienza filosofica ed esoterica dell’Oriente pagano, espressione anche di un sottomettersi alla dottrina cristiana, al di là di poteri e ogni sorta di sapere.

Giuliano de’ Medici fece realizzare al Botticelli nel 1475, anche uno stendardo che avrebbe dovuto precedere il suo ingresso in un torneo.

Immagine di Cittadiariano.it

Dal 1478 al 1481, Botticelli raggiunge la sua maturità artistica, vantando la presenza nella sua bottega di Filippino Lippi, figlio del suo maestro. In questo stesso periodo, si avvicina alla filosofia neoplatonica, esempio di tale interesse è il dipinto a fresco del Sant’Agostino nello studio, per gli umanisti simbolo di misticismo e di sapienza.

Nell’anno 1481, Botticelli per lo Spedale di San Martino dipingeva l’Annunciazione, dipinto per ringraziamento dopo l’epidemia della peste a Firenze, altre produzioni datate nello stesso periodo la Madonna del Libro e la Madonna del Magnificat. Nello stesso anno viene chiamato da Papa Sisto IV, per  affrescare la Cappella Sistina.

Opera del pittore risultano essere  le Prove di Cristo, e le prove di Mosè. Dopo aver terminato i lavori alla Cappella Sistina, tornato a Firenze Lorenzo il Magnifico gli affidò l’incarico di dipingere a fresco parte della Sala Magna, lavoro in realtà mai assolto. Commissionato anche da Antonio Pucci, esegue quattro dipinti su tavole della Novella di Nastagio degli Onesti, tratta dal Decameron di Boccaccio.

In un ambiente in cui la cultura veniva vista come elevazione dello spirito, nascono le allegorie di due capolavori botticelliani: La primavera e la nascita di Venere.

Botticelli - Primavera

Un esplodere di sapienza e cultura umanistica, mitologica, filosofica, simbolica, una celebrazione all’amore secondo la dottrina neoplatonica.
Altro dipinto di espressione mitologica attestato fra 1482 ed il 1485 è Pallade e il centauro, databile nel 1483 anche Venere e Marte.

Intorno al 1485 venivano commissionati all’artista due interi cicli di affreschi, uno commissionato da Lorenzo il Magnifico presso una villa acquistata a Spedaletto, l’altro presso la villa Lemmi di Legnaia all’epoca proprietà della famiglia Tornabuoni.

Il cugino di Lorenzo il Magnifico, in quegli anni, commissiona al pittore un’illustrazione grafica della Divina Commedia dantesca, su cui fu impegnato fino al 1495. A  questo anno appartengono due ritratti uno al Tarcaniota e l’altro a Lorenzano.

Immagine di Cittadiariano.it

Altri e di sicuro non meno importanti lavori di Botticelli sono: la Vergine in trono con Bambino e i santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, la Pala di San Barnaba, la Madonna della melagrana, l’Annunciazione (di Cestello), la Pala di San Marco, la Trinità con la Maddalena, san Giovanni Battista Tobia e l’angelo (la Pala delle Convertite), il Compianto su Cristo Morto, la Madonna in adorazione del Bambino, la Madonna del padiglione, la Vergine col Bambino e san Giovannino, Sant’Agostino nello studiolo, l’ultima comunione di san Girolamo, la Calunnia di Apelle, l’Orazione nell’orto, la Trasfigurazione con san Gerolamo e sant’Agostino, la Natività mistica, Le Storie di San Zanobi, Storie di Virginia, Storie di Lucrezia.

Nei suoi ultimi anni di vita, Botticelli venne convocato per decidere la collocazione del David di Michelangelo, pochi anni dopo nel 1510 morì. Ebbe sepoltura nella chiesa di Ognissanti, vicino alla sua casa d’origine, sulla tomba era posta una piccola lapide con le armi della famiglia, oggi scomparsa. 




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