Intervista al prof. Nicola Prebenna candidato sindaco con "PRO CIVITATE"

di , Venerdì, 14 Febbraio 2014

Fervono gli incontri tra le forze politiche, si accendono le curiosità tra i cittadini: in questa fase ancora incerta e non ancora definita, specie per alcuni partiti e schieramenti, abbiamo incontrato il prof. Nicola Prebenna, candidato sindaco per la lista d’impegno civile Pro Civitate, a cui abbiamo rivolto alcune domande.

a cura di Davide Prebenna | TgNews.tv


Perché ritiene che la sua candidatura a sindaco con una propria lista sia una novità nel panorama politico arianese?

R. La novità della mia candidatura a sindaco è data dalla mia storia, dalla mia persona, dalla natura della compagine che stiamo mettendo in piedi. Sono addivenuto alla determinazione di farmi, in prima persona, garante di un modo nuovo di occuparsi dei problemi della città; e non a parole, ma con i fatti. Sono una persona libera, non ho debiti di gratitudine o di riconoscenza nei confronti di nessuno, non ambisco a poltrone per i miei, che tra l’altro vivono altrove, non ho ambizioni di carriera – sono pago di quel che ho realizzato -, ho un modesto patrimonio di valori e di conoscenze, ma soprattutto di volontà e di energie, che intendo mettere a disposizione della comunità, in un’ottica di costruzione in positivo condivisa e non solo di registrazione delle inadempienze o delle omissioni di chi ha avuto la responsabilità di amministrare la città. Affrontare questa sfida, partendo da una posizione di impegno civile, senza preventive definizioni di schieramenti o di partiti strutturati, penso che sia una novità significativa, di cui non pochi cittadini si sono accorti. Come accennavo nel documento L’ora dell’impegno, con cui rompevo gli indugi ed annunciavo di voler correre per la candidatura a sindaco, aspiriamo a coagulare energie, intelligenze, volontà disponibili, secondo una visione ad includendum, e non ad escludendum; ovviamente sulla base di valori e impegni condivisi, provando a creare le condizioni perché cittadini all’altezza possano costruire un futuro meno torbido e più moderno per la città.

Chi pensa di aggregare al suo progetto politico? (associazioni, organizzazioni, categorie, ecc…)

R. Mi auguro di poter essere elemento di riferimento per molti cittadini che non si sono sentiti o non si sentono rappresentati adeguatamente dalle forze tradizionali che hanno operato nell’amministrazione o nella vita della città. Desidero mettermi a disposizione per aprire un capitolo nuovo, in cui al primo posto ci sia la trasparenza, la ricerca delle soluzioni migliori, la determinazione a portare a compimento la serie non piccola delle incompiute, uno scatto di reni che reimposti la macchina dei servizi, una visione della città che – prendendo purtroppo atto degli scempi che sono stati prodotti a livello urbanistico – inverta la tendenza, introducendo novità legate al canone della Bellezza da recuperare, per quel che è possibile. L’ambizione è quella di aggregare i cittadini singoli, ma anche le associazioni, di categoria e non, in una dimensione di civica, di comunità che discute, che si confronta, che ricerca le soluzioni migliori. Il progetto politico non è né un cahier des doléances, né il libro dei sogni; esso ha bisogno di tempi lunghi per essere realizzato, e nella fase elaborativa indica le linee di massima, che poi vanno definite in sede tecnica. Ancora, due cose: occorre che, senza che l’amministrazione si sostituisca alle libere iniziative, essa dia un forte impulso alla sensibilizzazione di nuove modalità di fare agricoltura oggi, se vogliamo sfruttare la risorsa primaria di cui disponiamo; e poi individuare attività, iniziative culturali, progetti in grado di restituire vivibilità al centro urbano. Il progetto è molto più ambizioso ed i cittadini ne saranno informati per tempo.

Quale risultato pensa di raggiungere con questo suo impegno diretto, sia per l’immediato che per le prospettive future?

R. Le ambizioni che si nutrono quando si concepisce un progetto che si stima coinvolgente sono naturalmente molte. Noi auspichiamo che il successo sia massimo, che l’entusiasmo per la novità e per quello che vogliamo fare generi, per induzione, altrettanta voglia di partecipazione e di protagonismo. Le prospettive future sono in parte legate ai risultati che saremo stati capaci di realizzare. Al momento è prematuro fare qualsiasi previsione. Di sicuro, l’impegno non verrà mai meno, come non è mancato per il passato; un conto, però  - e l’ho sperimentato – è quando pensi che altri possano interpretare le tue istanze, altro è quando tu in prima persona dici, proponi ed operi, e ne rispondi direttamente. Ancora, un conto è affidare solo all’elaborazione concettuale, alle idee, alle riflessioni affidate agli scritti la propria visione del futuro della città, altro è provare a tradurre in scelte operative e politiche le idee maturate. Ma ora è il momento dell’impegno, dello sforzo, del dialogo, della costruzione di una rete di volontà che, se intelligentemente e con cura approntata, potrà consentire consensi diffusi e ampi, che vadano oltre ogni ragionevole aspettativa.