Focus sulle ultime vicende in casa Forza Italia e sulle prime proposte di Svolta Popolare per la città.
Giorni roventi. Si avvicina il 25 aprile. No, non sto parlando della festa della Liberazione. Sto parlando del giorno in cui saranno presentate le liste per le prossime elezioni comunali, quando saranno note alleanze e candidati a sindaco. Non c’è dubbio che c’è fermento nel mondo delle forze politiche della vecchia amministrazione. Divise. Chi resta fedele a Zecchino, chi si coalizza contro di lui autoproclamandosi il “nuovo”, chi è diviso sul da farsi (vedi Forza Italia). In tutto questo caos, forse siamo giunti a definire i blocchi di partenza. Forse, perché ci sono ancora delle cose da vedere. Andiamo con ordine.
4 aprile. La spaccatura in Forza Italia si manifesta agli occhi di tutti. Il presidente del Club Forza Silvio di Ariano Irpino, Manfredi D’Amato, ed il presidente della lista civica L’Orologio, Giuseppe Paone, dichiarano in un comunicato stampa di aderire al progetto politico della Santa Alleanza. La decisione è presa considerando “l’inerzia con cui la dirigenza del Partito ‘Forza Italia’ sta affrontando le attività propedeutiche alla competizione elettorale ormai alle porte”. È lo strappo decisivo con la posizione del vice coordinatore regionale Gambacorta. Avevamo parlato di anarchia nel partito, confermiamo questa sensazione. Ognuno fa quello che vuole. La coalizione si allarga, ma questo scatena polemiche.
Passa un giorno e arrivano le reazioni delle due forze dell’ala sinistra della Santa Alleanza. Il PSI dà la risposta più radicale. Fuori dalla coalizione. Nessuna alleanza con le forze legate all’amministrazione Mainiero (come se solo Orologio e Forza Silvio ne facessero parte). A questo ha fatto seguito la tanto coraggiosa quanto disperata ufficializzazione del candidato sindaco del PSI Guido Riccio. Mossa disperata. Sarebbe stato più opportuno cercare, magari prima di perdere ogni credibilità, un accordo con La Vita ed Harambee. Ma ognuno è padrone del suo destino. Un po’ più moderata, forse per studiare meglio la situazione, la risposta del PD. I democratici arianesi si sono limitati a dirsi contrari ad aprire un dialogo su programma e candidato sindaco allargato alle forze rappresentate da D’Amato e Paone. La Santa Alleanza, a loro dire, ha un “indiscutibile punto di riferimento nel governo del Paese” e ciò autorizza ad escludere le due nuove forze. Nessuno strappo definitivo, ma solo un dissenso. Forse perché c’è la consapevolezza di non avere i numeri per affrontare una competizione elettorale decente. Allora meglio valutare bene prima di affrettarsi ad uscire da una Santa Alleanza che forse qualche seggio lo garantisce. In tutto questo non chiedete a nessuno chi sia il candidato sindaco. Non è dato sapersi.
Passa tranquilla la domenica ed ecco l’indiscrezione del lunedì. Mimmo Gambacorta, che aveva già velatamente anticipato di “rispondere” ad una eventuale “chiamata alle armi”, sembra sia pronto a scendere in campo. Il carismatico ex sindaco di Ariano Irpino sarebbe affiancato da Forza Italia, o quel che ne resta, Nuovo PSI e la civica Insieme per Ariano di Franco Lo Conte. Nulla ancora di ufficiale, ma sarebbe questo il nome contrapposto alla Santa Alleanza. In Forza Italia si alza la voce, dunque. Se la base fa quello che vuole allora è giunto il momento che siano i vertici a prendere un’altrettanto netta posizione.
E i Popolari? Qui sembra tutto chiaro. Lasciamo le tattiche da parte, anche se un sentore che la cordata popolare e quella di Gambacorta possano unirsi in seguito c’è. Guardiamo i contenuti. Il giovane Alessandro Ciasullo si sta muovendo più degli altri sui programmi. Ma a ben vedere c’è qualcosa che non torna. Parla di incentivi di natura fiscale per favorire l’apertura prolungata dei negozi; si parla di riduzione o azzeramento dell’imposizione comunale per le nuove attività per “un certo numero di anni”; si parla di abolizione di qualsiasi tassa legata alle nuove iniziative economiche. Qui due sono le ipotesi: o è solo uno spot elettorale oppure siamo di fronte ad un deciso tentativo di mandare il comune in default. Come si finanzierebbe il Comune? Gli enti locali oggi non hanno più le entrate di un tempo. I tagli abbondano e questo incide sulle amministrazioni, stando spesso alla base del loro fallimento. Non tassare le nuove attività è una grandissima cosa, ma irrealizzabile. Solo uno sciocco può crederci. E poi cosa significa quel “certo numero di anni”? Siamo di fronte alle solite promesse. E poi, centri commerciali e grandi boutique? Ma dove? L’economia arianese è a pezzi. Bisogna prima rilanciare l’economia con progetti semplici. Non possiamo creare dal nulla una piccola Milano. Non abbiamo i mezzi, non abbiamo le forze. Non spariamo alto se non ce lo possiamo permettere. Questo è cinismo, non è capacità di sognare? Vero. Più che cinismo sarebbe meglio parlare di realismo. Perché solo guardando in faccia la realtà ed i mezzi a disposizione si può fare una campagna elettorale sgombra da promesse vuote. Nulla di personale, ma Ciasullo dovrà chiarire vari punti di questo suo programma al momento troppo vago.