Il giovane pugile Carmine Tommasone lo scorso 31 ottobre si è laureato campione d’Italia nella categoria Pesi Piuma. Tra gli irpini, prima di lui, solo Cardamone nel 1992 era riuscito a conquistare la cintura di campione nazionale.
Evidentemente è già scritto, alcune persone hanno un destino già segnato. La boxe è uno sport affascinante, misterioso; richiede grandi doti tecniche e fisiche, ma soprattutto concentrazione e motivazione. Sul ring puoi incassare pugni e colpi ma grazie alla personalità, alla superiorità tecnica e al carattere puoi riuscire a gestire il match, e in un batter d’occhio ribaltare il risultato. Tommasone voleva fare una buona gara, dare spettacolo, ma, soprattutto vincere. Aveva promesso di tornare in Irpinia con il tricolore. Beh, missione compiuta.
Sono passati ventidue anni dallo strepitoso successo di Agostino Cardamone, quando il pugile di Montoro conquistò il titolo di Campione d’Italia nei pesi medi e adesso, quasi come un vero e proprio passaggio di testimone, è il giovane Carmine Tommasone, nativo di Contrada, a tenere alto il nome dell’Irpinia nel panorama italiano di boxe e a riportare l’ambitissimo riconoscimento nella nostra provincia e nella nostra terra.
Classe 1984, il boxer irpino, lo scorso 31 ottobre sul ring di Rezzato, in provincia di Brescia, si è battuto contro Pisanti, un pugile altrettanto temibile e reduce da numerosi successi. Dopo un inizio in sordina Tommasone ha cercato di recuperare e con tenacia è riuscito ad imporsi sul suo avversario fino a conquistare il trofeo.
La sua non è stata una vittoria scontata, ma sperata e fortemente voluta. Una vittoria che non arriva di certo per caso. Un titolo che è frutto di mesi e mesi di lavoro e di sacrifici. Preparazione atletica, allenamenti, e una grande, anzi grandissima, forza di volontà. Un brutto infortunio difatti aveva impedito al campione irpino di competere per il titolo italiano precedente. Tommasone però, come ogni buon combattente che si rispetti, non si è perso d’animo e a chi gli sconsigliava di rientrare ha risposto con caparbia ed ostinazione, dimostrando a tutti che solo grazie alla fiducia in se stessi e al carattere si può andare avanti; dimostrando che si può cadere, ma bisogna risollevarsi, bisogna rialzarsi e ricominciare, sempre e più forti di prima. Dimostrando che non si può mollare, senza prima avere la certezza di aver dato tutto.
E’ stata questa la sua vera prova. E così è tornato, dopo 18 mesi di intenso lavoro: competitivo, motivato, pronto a sfidare il suo avversario, stavolta per il massimo titolo nazionale. Del resto della sua stoffa da campione il pugile irpino aveva già dato prova in diverse occasioni. Nell’ambito dilettantistico aveva vinto già tutto: campione nazionale cadetti, allievi e altri riconoscimenti. Questo ennesimo successo dunque, il più atteso, il più ambito, Carmine lo condivide con tutti coloro che lo hanno sostenuto in questi lunghi mesi, con la sua famiglia, con gli amici, e naturalmente, com’è giusto che sia, con il suo maestro Michele Picariello, che lo segue da quando aveva otto anni, praticamente da quando era ancora un bambino. E’ stata una prova non solo fisica ma allo stesso tempo mentale.
“La condizione psicologica – racconta Carmine – è fondamentale, è stata determinante per conquistare il titolo nazionale”. “Nel professionismo spesso conta come si arriva ad una gara, contano le motivazioni”. Questo titolo, come si augura Carmine Tommasone, per lui potrebbe essere soltanto un punto di partenza, un trampolino di lancio per il futuro. Il giovane boxer di Contrada potrebbe difatti gareggiare anche per il titolo europeo. Ovviamente, noi di XD Magazine, sin da ora tifiamo per lui e incrociamo le dita.
Articolo pubblicato sul numero Dicembre/Gennaio 2015 del periodico XD Magazine.