Dalla crisi alla ripresa, il modello irpino nell’economia globale. Un territorio, un brand. La ricetta del prof Barbiero per risalire la china

di Thomas Barbiero*

Il territorio irpino, come tutte le economie dell’Occidente, sta attraversando un periodo di transizione. Alla base del mutamento ci sono l’evoluzione delle tecnologie che hanno abbassato i costi dei trasporti delle merci, le comunicazioni e quindi i prodotti manifatturieri.

Il risultato è la crisi economica che ha investito l’Europa e prima ancora il Nord America, ma in special modo il Sud europeo. L’economia italiana è quella che sta subendo i contraccolpi maggiori essendo un Paese manifatturiero secondo solo alla Germania. La competizione dei Paesi in fase di sviluppo, come Cina, India, Brasile e Messico, che producono a costi inferiori hanno messo in ginocchio le aziende italiane. La crisi attuale, dunque, è il risultato del cambiamento del ‘vantaggio competitivo’ nell’economia globale.

Il nostro territorio ne ha risentito moltissimo sebbene il settore manifatturiero non sia così rilevante rispetto alle regioni del nord Italia. Questa crisi che stiamo subendo ha però in sé la spinta giusta per consentire all’Irpinia di risalire la china e, quindi, di avviare una stagione di rinascita.

E’ chiaro che il vantaggio competitivo che l’Irpinia potrà trarre sta nei servizi associati con il turismo e nella filiera agroalimentare e vitivinicola. Il modello da seguire è quello del Piemonte e della Toscana. Ma come arrivarci?

Per provocare il ‘Rinascimento’ irpino è fondamentale offrire prodotti e servizi di qualità.

In un mondo dove i clienti di strutture ricettive possono stroncare o premiare attraverso ‘Trip Advisor’ i servizi offerti è allora assolutamente essenziale offrire ospitalità ma di buon livello.

A tal fine c’è bisogno di elevare il ‘capitale’ umano del nostro territorio.

Altrettanto importante è attrarre investimenti, rendere appetibile l’Irpinia, attraverso non solo gli investimenti statali quanto quelli dei privati. Investimenti poi che dovranno puntare sempre a un’alta qualificazione. E in questa direzione vanno avviati e formati innanzitutto i giovani, le nuove generazioni. Solo così il capitale umano dell’Irpinia aumenterà e tanti ragazzi istruiti non saranno costretti a emigrare. Uno dei vantaggi locali rispetto all’economia globale sono i costi relativamente bassi. Non a caso di recente molti inglesi e americani hanno investito sul nostro territorio acquistando case e terreni come nel caso di Calitri.

calitri
Questo fenomeno, e ne sono convinto, aumenterà in un prossimo futuro se si offriranno gli strumenti utili e indispensabili alla crescita e alla ripresa del territorio. Così sarà data una spinta anche al mercato edilizio, da tempo in recessione. E sono inoltre convinto che persino indiani e cinesi acquisteranno casa in Irpinia e investiranno sui nostri prodotti. Non dobbiamo avere paura mai degli stranieri: essi sono un’opportunità, una risorsa benefica. L’economia globale sta trasformando le culture di tutti i Paesi del mondo. I nostri paesi rimasti piccoli e all’antica, basati su una cultura granitica ed omogenea, attualmente hanno ‘stranieri’ residenti. E’ normale, allora, che la presenza in una comunità di elementi stranieri comporterà una trasformazione della nostra cultura, ma dobbiamo percepire questo cambiamento come un fatto positivo, di crescita e confronto.

Il multiculturalismo è un fenomeno che sta accomunando molti Paesi occidentali. Il Canada, Paese in cui vivo da decenni, è un autentico mosaico culturale e razziale. E tutti questi tasselli hanno apportato un contributo positivo all’economia canadese. L’economia globale necessita infatti di una mente aperta ai cambiamenti e ai nuovi flussi umani e influssi culturali.

La povertà sta nel campanilismo. Non dobbiamo mai dimenticare che uno dei fattori che portò l’economia dell’antica Roma a fiorire ed espandersi fu proprio l’influsso degli stranieri che confluivano nelle province dell’Impero.

Con internet è ancora più facile e veloce subire questo influsso, e far conoscere poi al mondo le bellezze e le risorse dell’Irpinia. E dal mondo arriveranno qui frotte di turisti che vorranno apprezzare e godere le eccellenze gastronomiche locali e i nostri vini blasonati e i paesaggi unici ed incantevoli che non sono certo secondi a quelli toscani.

L’Irpinia è vicina alla Costiera amalfitana, dunque, quale connubio turistico-economico migliore di questo per rilanciare l’economia dell’entroterra campano? Il Rinascimento irpino è alle porte. Ma a noi spetta favorire l’apertura di queste porte per apportare aria nuova e fresca alla nostra economia che solo così si inserisce in quella globale. Non sarà una transizione facile, ma neppure impossibile. La competizione globale deve darci lo stimolo giusto per ripartire, per scommettere sulle potenzialità che abbiamo. Se non sappiamo affrontare questa realtà nuova siamo allora condannati al declino.

L’Irpinia è terra benedetta dalla natura, e ha risorse tali da essere competitiva su scala mondiale. Ci vuole solo buona volontà. Sono ottimista e fiducioso per il bene e per il futuro del nostro territorio. E spero che i risultati mi daranno ragione.

*docente di Economia alla Ryerson University di Toronto-Canada


Articolo pubblicato sul numero Agosto/Settembre 2014 del periodico XD Magazine.


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