Il PAPA AL G7.

Per la prima volta il papa ha preso parte al G7 affrontando la questione dell’intelligenza
artificiale, sostenendo che “nessuna macchina deve togliere la vita umana”.
Un discorso profondo e che fatto riflettere sull’aspetto dello strumento della IA: da un alto
entusiasma per le possibilità che offre, dall’altro genera timore per le conseguenze che lascia
presagire. A questo proposito, il Papa ha detto:” si può dire che tutti noi siamo, anche se in
misura diversa, attraversati da due emozioni: siamo entusiasti, quando immaginiamo i
progressi che dall’intelligenza artificiale possono derivare, ma, al tempo stesso, siamo
impauriti quando constatiamo i pericoli inerenti al suo uso.
Il Papa afferma che de resto, l’avvento dell’intelligenza artificiale rappresenta una vera e
propria rivoluzione cognitivo- industriale, che contribuirà alla creazione di un nuovo
sistema sociale caratterizzato da complesse trasformazioni epocali, ovvero potrebbe
permettere una democratizzazione dell’accesso al sapere, il progresso esponenziale della
ricerca scientifica, la possibilità di delegare alle macchina i lavori più usuranti; ma, al tempo
stesso, essa potrebbe portare con sé una più grande ingiustizia fra nazioni avanzate e
nazioni in via di sviluppo, fra ceti sociali dominanti e ceti sociali oppressi, mettendo così in
pericolo la possibilità di una “cultura dell’incontro” a vantaggio di una “cultura dello
scarto”.
Il discorso del Pontefice ha posto l’accento sul futuro dell’umanità, considerando anche che
una “sana politica” sia essenziale per guardare con speranza e fiducia l’avvenire.
Inoltre il papa ha affermato che: “a società mondiale ha gravi carenze strutturali che non si
risolvono con rattoppi o soluzioni veloci meramente occasionali. Ci sono cose che devono
essere cambiate con reimpostazioni di fondo e trasformazioni importanti. Solo una sana
politica potrebbe averne la guida, coinvolgendo i più diversi settori e i più vari saperi. In tal
modo, un’economia integrata in un progetto politico, sociale, culturale e popolare che tenda
al bene comune può “aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare
la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in
modo nuovo”.
A cura dell’Avv. Guerino Gazzella
Ariano irpino, lì 17.06.2024