Il Consorzio di tutela dei vini d’Irpinia contro le trivellazioni petrolifere

di , Sabato, 14 Marzo 2015

Manca ormai meno di un mese alla scadenza dei termini entro i quali la competenza in materia di estrazione e ricerca di idrocarburi passerà dalla Regione Campania ai ministeri romani. L' Irpinia è attualmente interessata da due progetti che coinvolgono decine di Comuni in cui si vorrebbe cercare ed estrarre petrolio, gli stessi Comuni e la stessa Provincia da cui provengono ben 3 delle 4 DOGC campane: Taurasi, Fiano di Avellino, Greco di Tufo e gli stessi territori in cui vengono coltivate le eccellenze della produzione agroalimentare campana e nazionale, arrivate ed apprezzate sulle tavole di tutto il mondo. Il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, composto da produttori di uve e aziende vitivinicole, opera per la promozione e la tutela delle 3 DOCG Taurasi, Fiano di Avellino, Greco di Tufo e della DOC Irpinia.

Il Consorzio, che rappresenta circa l’80% della produzione dei vini irpini certificati DOP, prende oggi posizione ufficiale contro l’ipotesi delle esplorazioni petrolifere in Irpinia. Analizzando le esperienze internazionali dei paesi produttori d’idrocarburi, l’estrazione di risorse naturale come gas e petrolio, lungi dal costituire una opzione di sviluppo per i territori interessati, genera un impatto negativo sulla condizione socio-economica dell’ambiente locale.

In effetti, nel bilancio tra le attività estrattive e gli effetti sul resto dell’economia il risultato è nettamente sfavorevole, poiché produce un grave inquinamento delle falde acquifere, una bassissima intensità occupazionale per il territorio e una instabilità dell’economia legata alle attività estrattive, connessa alla volatilità dei prezzi delle materie prime. Parallelamente le iniziative di questo genere provocano l’immediata distruzione del valore connesso all’immagine di tutte le risorse legate alla produzione di prodotti agricoli, fortemente correlata all’immagine di salubrità, sanità, naturalità e integrità ambientale. L’Irpinia è da sempre legata a tali risorse: intere generazioni di famiglie irpine hanno vissuto e vivono delle economie agroalimentari tipiche di questa terra, olio, vino, formaggi, castagne, nocciole, molte delle quali hanno ottenuto il riconoscimento di denominazione d’origine protetta e una legittimazione qualitativa internazionale.

Sono queste le risorse naturali che possono garantire una stabilità socio-economico e condizioni di sviluppo per le future generazioni. che potranno continuare ad investire e specializzarsi piuttosto che essere costrette a lasciare la propria regione d’origine. L’Irpinia è una delle aree più vocate alla vitivinicoltura, attività antichissima in Italia, indissolubilmente legata alla salubrità dell’ambiente. È notoriamente ampiamente riconosciuta l’alta qualificazione di quanto viene prodotto in vigna.

Negli ultimi anni le aziende del comparto vitivinicolo irpino hanno fatto progressi notevolissimi dal punto di vista qualitativo, hanno investito ingenti risorse in ricerca e sviluppo tecnologico, hanno diffuso nel mondo intero i frutti del loro lavoro e dei loro sacrifici, riuscendo a generare una forte e proficua identificazione con il proprio territorio, valorizzandolo oltre i confini nazionali. Il pregio dei vini irpini all’interno del panorama qualificato delle produzioni della Campania e d’Italia è oggi un dato generalmente riconosciuto.

La produzione di vini Fiano di Avellino, Greco di Tufo, Taurasi ed Irpinia è ormai giunta a livelli di eccellenza e rappresenta un volano socio-economico di grande rilievo, oltre a rappresentare vanto per una regione intera. Il dinamismo delle aziende di tutta la filiera vitivinicola, dalla piccola azienda produttrice di uve, alle aziende vitivinicole di maggiore dimensione e presenza sui mercati internazionali, è testimoniato dal segno positivo che viene registrato in diversi indicatori di salute della filiera produttiva stessa: crescente numero di aziende, crescente numero di impianti viticoli, crescente numero di aziende che si sono convertite al “biologico”, livello di domanda crescente da parte dei mercati nazionali ma soprattutto esteri, crescente occupazione giovanile, senza considerare i numeri riguardanti l’indotto riconducibile a tale filiera.

Una delle voci più rilevanti che testimoniano il successo di questo processo di sviluppo è il turismo del vino e, più in generale, il turismo rurale. L’Irpinia, come già hanno fatto altre aree produttive ad equivalente vocazione qualitativa, necessita dunque di una difesa dal punto di vista ambientale che vada oltre ogni possibile considerazione potenzialmente invasiva o lesiva di tale patrimonio. Il pensiero corre alle Langhe, patria di vini come Barolo e Barbaresco, di recente inserite nel “Patrimonio dell’Unesco”. La necessità di tutelare l’Irpinia deriva anche dalla particolare ricchezza d’acqua del territorio (è, di fatto, il bacino più importante del Mezzogiorno), Qui nascono l'Ofanto, il Sele ed il Calore (lungo le anse del quale si adagiano i vigneti del Taurasi) ma anche affluenti come il Sabato (culla del Fiano di Avellino e del Greco di Tufo).

È di tutta evidenza che un programma di esplorazione petrolifera, con l’innegabile inquinamento ambientale e scempio paesaggistico che si è visto già in altri territori, alcuni anche prossimi all’Irpinia, sarebbe un colpo d’ascia letale per il turismo rurale che ha finalmente iniziato a raccogliere i primi importanti frutti. Chi avrebbe infatti mai intenzione di visitare una provincia inquinata, con pozzi petroliferi e industrie dell’indotto a cielo aperto, falde acquifere contaminate, rischi di cancro, aumento della sismicità, difficoltà di sopravvivenza per la fauna e la flora? E chi sarebbe mai disposto ad ingerire i prodotti alimentari raccolti in una terra tanto devastata dal punto di vista ecologico? Se tali scellerati progetti dovessero trovare attuazione la vocazione agricola di questa terra, gli sforzi e i sacrifici degli imprenditori che hanno saputo valorizzare le risorse regalate dalla natura verrebbero definitivamente ed irrimediabilmente compromessi. Un settore così vitale, dinamico ed importante per l’Irpinia si troverebbe a soccombere sotto il peso delle trivelle. Per tutto quanto innanzi, il Consorzio Tutela dei Vini d' Irpinia, non può che affermare un secco

NO ALL’ESTRAZIONE IN IRPINIA DI PETROLIO E IDROCARBURI E, DUNQUE, LA PROPRIA ASSOLUTA E TOTALE CONTRARIETÀ AL PROSEGUIMENTO DI QUALSIASI ATTIVITÀ AFFERENTE.



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