«Biogem sta rafforzando la sua credibilità di centro di ricerca, di scuola di alta formazione e di divulgatore della conoscenza. Tra tanti colossi nazionali riesce ad emergere sempre di più. Nonostante sia ubicato nel Sud d'Italia e non disponga, come altre istituzioni, di risorse finanziarie sempre certe».
Partendo da queste considerazioni, Ortensio Zecchino, presidente di Biogem, ha aperto ufficialmente la nona edizione del meeting «Le Due Culture» che quest'anno affronta un tema particolarmente delicato e attuale: «Il cibo: salute, cultura, piacere e tormento». Ad analizzare questo tema, da diversi punti di vista, sono stati chiamati, ovviamente, scienziati, filosofi, religiosi, intellettuali, giuristi, artisti. Come è tradizione da quando il meeting ha avuto il suo avvio.
«Questo meeting - ha spiegato Zecchino - diventa anche occasione per illustrare alla comunità scientifica e all'opinione pubblica il bilancio di un anno di attività». Ebbene Biogem vanta un singolare primato in quanto a produttività scientifica in campo biomedico: l'Impact Factor che misura il numero di citazioni ricevute in un anno da articoli e pubblicazioni su riviste scientifiche è pari a 6,28. Un valore a cui molte altre istituzioni certamente aspirano. Ma non solo. Biogem ha registrato un brevetto internazionale su una molecola che promette risultati incoraggianti nella cura del mesotelioma. L'interesse di case farmaceutiche per questi risultati non manca. E' in atto, inoltre, una cooperazione scientifica con il Boston's Brigham and Women's Hospital. Per non parlare, sul fronte della formazione universitaria, dell'intesa con la Scuola Normale Superiore di Pisa,con la Scuola Superiore di Studi universitari Sant'Anna di Pisa e infine con l'Università del Sannio per la realizzazione di un corso di laurea magistrale in Biologia quantitativa e computazionale. Il corso si svolgerà presso la struttura di Biogem per una platea di studenti provenienti da tutto il mondo. Infine c'è l'ingresso nella Fondazione Biogem della Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo che opera nel campo del sostegno ad iniziative culturali e scientifiche.
A tutto ciò bisogna aggiungere quello che Biogem già fa per la ricerca, l'assistenza e la divulgazione della cultura. Per Zecchino, inoltre, il tema trattato in questa nuova edizione del meeting de «Le Due Culture» calza a pennello con l'attualità. Il cibo condiziona la nostra salute. La scienza scopre le virtù terapeutiche degli alimenti. Alla farmaceutica si sta sostituendo la nutraceutica che anche a Biogem è studiata con particolare attenzione. Le nuove frontiere di ricerca si vanno, inoltre, aprendo allo studio del microbiota. Su questi organismi che compongono gran parte del corpo umano si è soffermato nella prima relazione del meeting il professore Vincenzo Di Marzo, dell'Istituto di Chimica Biomolecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche. «Il microbiota - ha spiegato- è volgarmente conosciuto come la flora intestinale. E' un vero e proprio organo in più che abbiamo, si è evoluto, ha una funzione importante. Per cui bisogna studiarlo di più, capirne l'evoluzione, perché da ciò si possono sperimentare nuovi farmaci. Soprattutto capire perché dall'assunzione di antibiotici si verificano tanti danni». Dalla seconda relazione affidata al professore Pierdomenico Perata, rettore della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, su «Nero come un Pomodoro» è emerso, invece, quanto sia essenziale nella dieta alimentare il pomodoro.
Intanto, anche per la seconda giornata del meeting si prevedono interventi ed eventi di grande rilievo. Alle ore 16,00 la prima relazione su «L'alimentazione infantile» da parte di Salvatore Auricchio dell'Università degli Studi di Napoli Federico II;
alle ore 17,00 Gabriele Archetti dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano si soffermerà su «La civiltà del pane»;
alle ore 18,00 Palmiero Monteleone dell'Università degli Studi di Salerno su «I disturbi dell’alimentazione: quando il cibo diventa un “nemico” per la salute» e, infine, Paolo Isotta, scrittore e storico della musica, si soffermerà su «Non si pasce di cibo mortale chi si pasce di cibo celeste”: il convito e la fame nel teatro musicale e nel teatro napoletano».
In chiusura: un concerto per due chitarre e orchestra, ultima composizione di Angelo Gilardino, nell’incisione del Conservatorio di Avellino. Partecipano l’autore e i maestri Paolo Isotta, Carmine Santaniello, direttore del Conservatorio di Avellino, e Lucio Matarazzo, interprete dell’opera. Questi, infine, i profili dei relatori della seconda giornata del meeting.
SALVATORE AURICCHIO è nato a Napoli nel 1934, si è laureato nel 1956 in Medicina e Chirurgia. Ha studiato a Napoli ed a Zurigo. È Professore Emerito di Pediatria della Facoltà di Medicina della Università Federico II di Napoli, dove è Direttore del Dipartimento di Pediatria e del Laboratorio Europeo per lo Studio delle Malattie indotte da Alimenti. È Accademico della Deutsche Akademie der Naturforscher Leopoldina (Halle, Germania). È Dottore in Medicina Honoris Causa dell’Università di Tampere (Finlandia). È stato Presidente della European Society for Pediatric Gastroenterology and Nutrition, che ha contribuito a fondare. È Medaglia d’oro ai Benemeriti della Scienza e della Cultura. È membro di numerosi Comitati editoriali di riviste Internazionali e di numerose Società Scientifiche Internazionali. È autore di più di 200 lavori in extenso e di più di 100 capitoli di libri e reviews. I campi di studio di maggiore interesse sono: la digestione e l’assorbimento dei carboidrati e la malattia celiaca. Coordina a Napoli un gruppo di ricercatori al quale si debbono molte delle recenti acquisizioni in tema di genetica, patogenesi clinica, e terapia della malattia celiaca. Il Prof. Auricchio è considerato uno dei fondatori della Gastroenterologia Pediatrica.
GABRIELE ARCHETTI è nato nel 1963, è docente di "Storia medievale" nella Facoltà di Scienze della formazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, e di "Complementi di storia della Chiesa" presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose del medesimo Ateneo; è membro del Consiglio scientifico delle edizioni Studium di Roma; dirige il Centro italiano di studi longobardi, legato alla rete del sito Unesco "I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)"; è conservatore del Museo Giovanni Piamarta (Brescia); collabora con numerose riviste di scienze storiche, di cui è membro del Comitato di redazione (Annali di storia moderna e contemporanea, Brixia sacra. Memorie storiche della diocesi di Brescia, Civiltà bresciana), e di centri culturali e di ricerca, fra cui l'Istituto internazionale Paolo VI di Concesio, la Fondazione Brescia Musei, la Fondazione Civiltà Bresciana, il Laboratorio internazionale di storia agraria di Montalcino, il Distretto culturale della Valle Sabbia, la Fondazione Cogeme, il Gruppo studi orionini. Attento alle dinamiche religiose, socio-economiche ed istituzionali dell'Europa medievale, con particolare riguardo al mondo monastico, ha al suo attivo circa trecento pubblicazioni tra monografie, saggi e contributi scientifici, pubblicati sia in Italia che all'estero.
PALMIERO MONTELEONE è professore Ordinario di Psichiatria presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Salerno e Direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. Egli coordina l’attività del Centro Pilota della Regione Campania per i Disturbi del Comportamento Alimentare presso il Dipartimento di Psichiatria della Seconda Università di Napoli. È presidente della sezione sui Disturbi dell'Alimentazione della Società Mondiale di Psichiatria, è membro del Comitato di Ricerca della Società Mondiale per la Psichiatria Biologica e del Gruppo di Consulent Esperti dell'ICD-11 sulla Classificazione dei Disturbi dell'Alimentazione e della Nutrizione dell'OMS. È segretario della Società Italiana di Psicopatologia dell'Alimentazione e membro di varie società scientifiche nazionali e internazionali. Ha collaborato/collabora a progetti di ricerca finanziati dal CNR e dal MIUR. È autore di oltre 250 lavori in riviste scientifiche a diffusione internazionale e nazionale e di alcune monografie. È membro dei comitati editoriali di riviste scientifiche internazionali e nazionali, tra cui: Psychoneuroendocrinology; International Journal of Eating Disorders; Advances in Eating Disorders: Theory, Research and Practice; Neuropsychobiology, European Eating Disorders Review.
PAOLO ISOTTA è nato a Napoli nel 1950. Storico della musica e scrittore, è considerato uno dei maggiori musicologi viventi. Ha insegnato dal 1971 al 1994 Storia della Musica al Conservatorio di Torino e poi di Napoli. Dal 1974 ha esercitato la critica musicale: al “Giornale” e per trentacinque anni al “Corriere della Sera”. A ottobre del 2015 ha abbandonato definitivamente quest’attività per dedicarsi allo studio, alla lettura e alla creazione di libri che gli diano l’illusione di scrivere qualcosa di meno effimero di articoli giornalistici. Le sue opere principali sono: I diamanti della corona. Grammatica del Rossini napoletano (1974), Dixit Dominus Domino meo: struttura e semantica in Händel e Vivaldi (1980), Il ventriloquo di Dio. Thomas Mann: la musica nell’opera letteraria (1983), Victor De Sabata: un compositore (1992), La virtù dell’elefante: la musica, i libri, gli amici e San Gennaro (Marsilio, 2014), Altri canti di Marte (Marsilio, 2015), Les Vêpres siciliennes: Verdi e il trionfo dell’amor paterno (Zagabria, 2015), Otello: Shakespeare, Napoli, Rossini (Napoli, 2016), Paisiello e il mito di Fedra (Napoli, Quaderno di “Napoli nobilissima”, 2016), Jérusalem: Verdi et la persécution de l’honneur (Liegi, 2017). I suoi ultimi libri sono considerati, oltre che opere musicologiche, rilevanti opere della letteratura italiana. Fuori della musica le sue passioni sono la letteratura latina, con Lucrezio, Virgilio, Ovidio, Livio e Tacito al vertice, la storia romana, Manzoni, Flaubert, il teatro popolare in lingua napoletana e i films di Totò. È un amico di Biogem.