La diffidenza batte l'accoglienza. L'Irpinia, crocevia di emigrazione ed immigrazione, spalanca a metà le porte agli stranieri che non arrivano in Italia con voli di linea ma con barconi sconquassati. Un dato su tutti invita alla riflessione: su 118 Comuni soltanto sei (e per giunta si tratta di centri minori ) hanno aderito al bando 2016-2017 del Viminale di presentazione delle domande di contributo, riservate agli enti locali, che prestano servizi finalizzati all'accoglienza, e quindi al soggiorno, dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale e umanitaria.
Si tratta di Petruro irpino, il più piccolo Comune della provincia, Roccabascerana, Rotondi, Bisaccia, Conza della Campania e Sant'Andrea di Conza. A Petruro l'attuale amministrazione è riuscita in questo modo a riqualificare parte del centro storico ormai disabitato.
In sostanza, il Ministero dell'Interno stanzia lauti finanziamenti a quelle municipalità intenzionate a realizzare i centri cosiddetti di 'seconda accoglienza', ovvero i Sprar.
L'acronimo sta per sistema di protezione per richiedenti asilo, ed è una rete ben collaudata sul territorio nazionale. In questi casi le amministrazioni locali sono coinvolte direttamente nella gestione delle strutture impiegando così personale specializzato e di fiducia. Non solo.
Chi aderisce al progetto ministeriale ha anche la possibilità di impiegare i richiedenti asilo in lavori socialmente utili alla comunità che dà accoglienza. E' una doppia opportunità insomma e per le amministrazioni e per i migranti che hanno intenzione di restare nel nostro Paese, e una nuova forma di economia anche su scala ridotta.
Per l'adesione al bando del Viminale in effetti c'è tempo fino al prossimo 14 gennaio: le domande saranno accolte entro le ore dodici. La Prefettura di Avellino in questi giorni ha provveduto, mediante apposita circolare, a informare tutti i sindaci irpini della possibilità di fare domanda per la realizzazione di Sprar sul territorio. E' incredibile che a oggi nessuno dei Comuni che già ospitano i migranti, ma in strutture ricettive private, abbia aderito al bando del Viminale, nonostante i buoni propositi di accoglienza espressi e manifestati da più parti nel recente passato da amministratori che pure avevano in animo di gestire in prima persona il fenomeno dell'accoglienza degli immigrati bipassando le coop. Qualche sindaco lo aveva persino dichiarato durante uno degli ultimi tavoli tecnici voluti dal prefetto Sessa per fare il punto dell'emergenza migranti in Irpinia.
E proprio Sessa a più riprese ha sollecitato i sindaci irpini a essere ospitali e a cogliere questa ghiotta opportunità d'investimento. Attualmente sono 1.100 gli ospiti stranieri che alloggiano in alcuni paesi della provincia e in attesa di ottenere lo status di rifugiato o la protezione internazionale. I tempi si sono allungati notevolmente in proporzione all'aumento della presenza dei migranti sul territorio. I ricorsi poi non fanno che prolungare e l'attesa e le interviste con la Commissione Ministeriale che valuta caso per caso. In Irpinia da quasi due anni sono sempre gli stessi centri a ospitare chi è arrivato in Italia attraversando il Canale di Sicilia e mettendo a repentaglio la vita per ricominciare una nuova vita, e ironia della sorte, nemmeno uno di questi paesi ha presentato domanda per avere i contributi stanziati dal Ministero dell'Interno per la creazione dei centri di seconda accoglienza.