I Makardìa, ovvero Filomena D’Andrea, cantante e scrittrice, accompagnata da Virginio Tenore, percussionista-rumorista e sceneggiatore fantasioso e Amilcare D’Andrea alla chitarra solista, nascono nel 2011 grazie alla partecipazione all’Home Festival organizzato a Bisaccia in collaborazione con la Scuola Holden di Torino. Da allora non si sono più fermati. La partecipazione ai festival con spettacoli ideati da loro, il primo lavoro musicale nel 2013 “Occhio per occhio dentro per dentro”, un libro di racconti scritto da Filomena uscito quest’anno e dal titolo “A Joshua piacevano i pistacchi”.
La musica dei Makardìa parla delle problematiche, tante, del territorio, di quanto sia bello sognare, di giovinezza, di quanto sia difficile ma allo stesso tempo bello restare e, perché no, sognare. Ma soprattutto, parla di un legame, quello viscerale per il territorio. Un legame tanto forte da scegliere il loro nome da un termine dialettale di Aquilonia che gli anziani usano per auspicare l’aiuto di Dio.
Riguardo ai progetti futuri, ci raccontano: “Ora stiamo lavorando al nostro prossimo album musicale, che all’inizio del 2015 dovrebbe prendere forma definitiva. Ma nell’attesa dell’album, reduci dalla bella esperienza dello Sponz Fest, divulgheremo il frutto di una ricerca che riguarda le rotaie: pezzi inediti, canzoni anarchiche e di lotta e canzoni popolari che hanno come oggetto il treno e la ferrovia. La piccola raccolta si chiamerà “Concerto del partito”, ovvero di chi è partito, ma anche di chi ha lottato e ancora lotta per un’idea di felicità comune e di giustizia, in Irpinia come in tutte le parti del mondo, in dialetto, in italiano, in spagnolo o in francese, che poi sono parte delle lingue imprecise dei nostri vecchi migranti. E’ ancora importante parlare delle partenze, soprattutto in un periodo in cui la nostra terra si sta aprendo ad altri arrivi, altre presenze che naufragano nei piccoli paesi spopolati e li animano di nuovi colori, odori, vestiti, lingue. È importante ricordare ai cittadini più restii nell’ospitare questi nuovi volti che anche noi siamo partiti e anche noi siamo sbarcati”. E sulla loro terra, aggiungono: “Noi siamo convinti che la nostra terra può mantenere la sua identità, anzi addirittura riscoprirla, proprio confrontandosi con questa gente diversa, non chiudendosi su se stessa e cantando sempre le stesse canzoni senza mai più partire, perché da sempre le storie e le persone nuove hanno portato nuova linfa alle nostre anime e alle nostre realtà, e così sarà ancora. Makardìa è un gruppo irpino, sì, ma non fa musica popolare tradizionale. Noi vogliamo essere “nuovi partiti”, giovani che hanno deciso di restare nei nostri piccoli paesi e che ogni giorno vogliono viaggiare alla ricerca di nuove storie. E raccontarle. Attraverso il canto e parole originali.”