comunicato stampa della Sezione PD della Provincia di Avellino:
All’indomani degli inequivocabili risultati ottenuti dal Partito Democratico anche a livello locale occorre aprire una seria riflessione per comprendere cosa sia accaduto e come si possa e si debba rimediare.
Dal momento della pubblicazione dell’elenco dei candidati nei collegi uninominali è stato subito evidente che, al trend già negativo del partito, si sarebbero dovuti aggiungere gli incontenibili malumori della base, già mortificata ed umiliata dalla prolungata paralisi della dirigenza culminata in uno sciagurato commissariamento del provinciale.
Le scelte di cedere le candidature nei collegi uninominali a deputati uscenti della coalizione hanno rappresentato la fatidica goccia che ha fatto traboccare il vaso di bile accumulata dagli elettori, dalla base, dagli amministratori e dai rappresentanti locali.
Ovviamente si è pagato lo scotto delle eterne divisioni interne, delle guerre tra bande che non hanno agevolato alcun percorso di riorganizzazione del partito per affrontare una campagna elettorale che sin dall’inizio appariva complicata.
Non si può far finta che nulla sia accaduto, non ci si può sottrarre ad un’analisi del voto impietosa ma necessaria per ricostruire dalle macerie un partito affossato, e da scelte calate dall’alto e mai gradite alla base, e da un vento contrario che soffiava da tempo.
Nella provincia di Avellino va registrata, comunque, la tenuta del consenso del PD nonostante il pessimo dato regionale e nazionale, cui fa da contraltare l’assoluta inconsistenza numerica dei voti andati alla lista del candidato della coalizione all’uninominale ed al candidato stesso.
Dovranno rendere conto agli elettori tutti coloro che, a vario livello, hanno alimentato spaccature mai comprese dall’elettorato che, alla fine, ha giustamente reagito.
Infine, ancora una volta sono state punite le deleterie ambizioni personali di qualche referente politico, tanto smisurate da portare addirittura i tesserati a perdere ogni interesse verso un partito dedito più alle faide e ai posizionamenti di comodo che alla costruzione di un progetto politico alternativo rispetto a quello di altri partiti.
Di tutto ciò è necessario parlare ora, non domani: potrebbe essere troppo tardi.