Hirpinia. Terra d’amore, terra di vini

di , Venerdì, 15 Febbraio 2019
ll vino sa rivestire il più sordido tugurio d’un lusso miracoloso e innalza portici favolosi nell’oro del suo rosso vapore, come un tramonto in un cielo annuvolato.

Baudelaire in questi versi, racchiude sapientemente l’immagine della mia Terra: quella che ho la fortuna di vivere ogni giorno. Il poter ammirare le verdi colline, i fiumi che popolano questo territorio così generoso, come la sua gente. L’identità di una terra aspra e accogliente, lontana dall'idea di Campania da cartolina napoletana che si ha al nord (e non solo). 

La coltura della vite e la cultura del vino fa sì che possa essere un’eccellenza mondiale: considerata dai Romani, sin dall’antichità, come una “delle più celebri e illustri Italiche ‘provincie’ per la squisitezza dei vini”.

Ed un buon bicchiere di vino può portare solo felicità, in chi lo crea e in chi lo beve.

La cultura del vino trattiene in sé, mestieri, gesti, tecniche e sapori della terra che pestiamo, di cui siamo impastati e che impastiamo coltivandola, seminandola, donandoci ad essa quando il nostro corpo ha voglia di tornare ad essere vite.

Il vino ammicca, stuzzica, provoca, guarda, accarezza, allude, sorride, commuove, scopre e insegue. Ma è anche lascivo, inafferrabile, etereo, inebriante, sfuggente, struggente e avvolgente. Dalla più buia notte dei tempi l'uomo è sedotto dal vino, e l'umanità usa il vino per farsi sedurre da baccanti, o per sedurre anime e corpi, donne e uomini, individui e masse.

Quale universo si nasconde in un bicchiere di vino? Quale alchimia produce quel delicato connubio di sapori e profumi capaci di rendere memorabile un assaggio?  Il vino buono, quello vero, è prodotto da persone che conoscono i ritmi della natura e hanno ereditato - e saputo rinnovare – saperi e sapori millenari.

Millenari come la tradizione del vino in Irpinia.

E’ questo il vanto e il pregio delle uve autoctone, che costituiscono la ricchezza più esemplare dei vitigni irpini.

Qui produciamo il Greco di Tufo: il vino è prodotto con le uve del “vitigno greco”, quell’ “Aminea gemina”, che alcune fonti storiche dicono essere stata importata in Campania dal popolo dei Pelagi della Tessaglia. Il Greco è un vino caldo, strutturato, a tratti ribelle, ma dotato di personalità e grande profondità. È un vino elegante, ma che non riesce ad essere fine e sottile, sì ci sono suggestioni minerali, tuttavia è abbastanza prepotente, non si nasconde, ma ciò non significa che non sia un grande vino. Tant’è che Plinio il Vecchio diceva che: ‘In verità il vino Greco era così pregiato, che nei banchetti veniva versato solo una volta‘, facendo riferimento all’alto valore di questo vino.

Fiore all’occhiello della nostra Terra, è l’Aglianico: è un vitigno antico, probabilmente originario della Grecia e introdotto in Italia intorno al VII-VI secolo a.C. E’ un rosso di somma sontuosità, un vino corposo, tannico, spigolo e complesso, che ha bisogno di un abbinamento adeguato e affinamento. Non è il classico vinello da aperitivo, ma un affresco alla Caravaggio, pieno di luci e ombre. Ma per chi sa attendere, l’Aglianico è un vino che offre emozioni uniche, un’eleganza evoluta, matura, piena di profumi complessi terziari ed eterei, il tutto incorniciato da tannini sempre aitanti. Un Aglianico bevuto giovane è un crimine.

Last but not least è il Fiano di Avellino. Lo dice il nome, la zona è sempre la storica, mitica, immortale Irpinia, un angolo di paradiso. Il nome Vitis apicia o Apina pare derivare dalla caratteristica, propria di quest’uva dal dolce profumo, di attirare sciami di api nelle vigne. Da apina derivò apiana, da questo afiana e quindi Fiano. Nel momento in cui assaggiate un Fiano, rimarrete estasiati. Avvolge il palato, è un vino fine, profumato, elegante, corposo, sapido, fresco, strutturato, ma dotato di grande finezza espressiva.

Non troverete mai uno Chardonnay o un Merlot, né tagli bordolesi. I viticoltori hanno deciso di essere ancorati al territorio: una scelta ammirevole, una sfida continua. I nostri vini hanno bisogno di cure certosine, di pazienza e dedizione, ed è proprio qui che si racchiude il segreto dei nostri vini. 

Un vecchio autore sconosciuto ha detto: niente eguaglia la gioia dell’uomo che beve, se non la gioia del vino di essere bevuto. Il nostro viaggio inizierà partendo da queste parole, facendo elevare l’anima e la gioia del palato attraverso le eccellenze della nostra terra.

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