Il mese di Agosto è un mese ricco di feste popolari e oggi, a Greci, piccolo paese della provincia di Avellino, si rievoca il martirio di San Bartolomeo.
Greci è conosciuta, dai più, per il fatto di essere l’unica comunità albanofona nella regione Campania. Altre comunità di origine albanese sono presenti in Calabria, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sicilia.
Il fatto di essere comunità albanofona comporta che in questo comune, si parli una seconda lingua, l’arbëresh. E guai a definirla dialetto, infatti non lo è. A voler essere attenti, è proprio questo che rende gli abitanti di Greci popolo fiero, consapevole di essere sì una minoranza, ma soprattutto di avere un patrimonio indiscutibile, una storia e un dovere, quello di non far perdere le proprie tradizioni, la propria cultura.
E a proposito di tradizioni, ecco la rappresentazione del dramma di San Bartolomeo Apostolo, rielaborazione teatrale del martirio del Santo.
Tale rappresentazione risale al Medioevo, quando il dramma veniva improvvisato da attori locali. Verso la fine del XIX secolo, poi, la storia del martirio ha avuto una stesura in versi grazie all'Abate Luigi Lauda che ha adottato, come riferimento per l’elaborazione, il Saul di Alfieri, da cui ha tratto ispirazione per la metrica, per il linguaggio.
Una prima edizione dell'opera fu messa su carta nel 1881, mentre quella odierna fu pubblicata nel 1941 a New York ad opera e per volere degli emigranti di Greci.
L'opera, di cinque atti, narra innanzitutto dell'arrivo di San Bartolomeo in Armenia e della conversione del re Polimio al Cristianesimo. Della cattura del Santo da parte del fratello di Polimio, Astiage, che, istigato dai sacerdoti locali, condanna l’Apostolo al martirio. Infine viene narrato il duello tra Polimio ed Astiage, la morte del secondo e la conversione del regno al cristianesimo che costò, poi, così cara al popolo armeno nel corso della storia.
Astiage, prima di morire, decide di pentirsi e si converte al Cristianesimo. Il dramma si conclude con l’apoteosi del Santo. Il quadro plastico, inscenato dagli attori, alla fine della rappresentazione, dà una forte incisività ed efficacia espressiva al dramma.
Subito dopo la rappresentazione, è il momento dei fuochi d’artificio; momento vissuto dagli abitanti del posto come un capodanno. E’ da questo momento che riprende il ciclo annuale, nell’attesa di un altro 25 agosto, giorno in cui anche i grecesi che si sono trasferiti altrove, fanno ritorno per partecipare a questa giornata di festa che rappresenta un momento di ritorno alle proprie radici e di condivisione di tradizioni, di sapori, di ricordi.