Gli agricoltori CIA al Commissario UE Hogan: "le nostre quattro proposte per non morire"

di , Lunedì, 19 Settembre 2016

In occasione della missione in Campania, il Presidente di Cia Avellino Michele Masuccio accompagnato da una delegazione di agricoltori irpini, incontra il Commissario Europeo all’Agricoltura Phil Hogan

Meno burocrazia, reciprocità di trattamento con i Paesi Extra-Ue, difesa del reddito e sostegno alle filiere e difesa della redditività dei piccoli produttori contro l’eccessiva volatilità dei prezzi, saranno al centro del confronto. 

Sono proposte puntuali e concrete quelle che gli agricoltori di Cia Avellino faranno, insieme agli altri rappresentanti delle associazioni di categoria, al commissario europeo all’Agricoltura  Phil Hogan  in occasione  della sua missione in Campania  in programma   lunedì 19 settembre alla  Reggia  di Caserta a margine del convegno pubblico sul tema “Innovazione, agricoltura di qualità e prodotti tipici.  La sfida del Mezzogiorno nel quadro delle politiche europee”.. 

A tutela del futuro degli agricoltori del Sud  chiediamo  pertanto  a Hogan di intervenire  subito su quattro aspetti: 

  • PAC e PSR: A tre anni dall’avvio operativo della riforma, l’impianto complessivo della PAC  si sta infatti dimostrando inadeguato alle trasformazioni dettate dal mercato globale non riuscendo a difendere i redditi dei produttori agricoli, e ciò soprattutto nei paesi mediterranei e nel Mezzogiorno d’Italia, caratterizzato da una maggiore diversificazione produttiva, da processi colturali a maggiore intensità di lavoro e da una più alta esposizione alla concorrenza di paesi extra-Ue. “Non possiamo attendere il 2020 – per ovviare a queste evidenti criticità emerse dal piano comunitario sul primo settore.   semplificazione burocratica per le misure del Psr, a cominciare da quelle davvero farraginose relative ai finanziamenti per la consulenza delle piccole imprese e per l’incentivazione di approcci partecipativi”.
  • Difesa del principio di reciprocità degli standard produttivi e commerciali tra Ue e paesi terzi, in modo da evitare casi come quello del crollo del prezzo del Grano Duro. 
  • Rafforzamento delle politiche a sostegno delle filiere e dell’aggregazione di organismi interprofessionali; estensione degli strumenti assicurativi di gestione del rischio e di stabilizzazione del reddito che garantisca il prezzo minimo dei prodotti agricoli,  una nuova OCM;  introduzione da parte della UE dei DAZI DOGANALI e delle IMPORTAZIONI cadenzali dei prodotti agroalimentari extra-UE. 
  • Facilitazione all’accesso al credito da parte delle aziende agricole (revisione di Basilea 2).

Alcuni dati

Volatilità dei prezzi. Pur caratterizzando l’intero mercato mondiale, è il settore agricolo quello che registra le maggiori oscillazioni di prezzi. Per quanto riguarda le relazioni lungo la filiera, in Italia tra il 2000 ed il 2015, la quota di valore aggiunto nel comparto agroalimentare a vantaggio della fase agricola rispetto a quelle a valle della filiera in Italia è scesa dal 25 al 17 per cento.

Crollo della redditività. In media per ogni euro speso dal consumatore finale, solo 15 centesimi vanno nelle tasche del contadino. Solo per fare un esempio, le arance sono pagate agli agricoltori il 40% in meno di un anno fa: ovvero 18 centesimi al chilo, contro i 2 euro al supermercato, con un rincaro che dal campo alla tavola tocca il 1111%.

Embargo Russo. Il blocco di Mosca è costato finora alla produzione agricola 355 milioni di euro, con esportazioni “made in Italy” dimezzate in quasi due anni.



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