Andarsene nel giorno in cui si compiono 80 anni. Non poteva che lasciarci così Gigi Proietti, uno dei grandi maestri dello spettacolo italiano dell'ultimo mezzo secolo. Romano, romanista, trasudava romanità in ogni parola, in ogni gesto, in ogni smorfia, su e giù dal palco. Il film che ha fattto conoscere Gigi Proietti al grande pubblico è un cult che attraversa tante generazioni: "Febbre da cavallo". Uscito nel 1976, con la regia di Steno, il film è diventato negli anni una perla del cinema comico italiano. Mandrake, Pomata, Felice, l'avvocato De Marchis, Soldatino, King e D'Artagnan, sono solo alcuni dei nomi divenuti famossissimi grazie a questa pellicola. "Febbre da cavallo" racconta il mondo delle corse, degli scommettitori e di quell'aryte di arrangiarci tutta italica. Avventure e peripezie di un'Italia e di una Roma che voleva prendersi in giro, con i suoi vizi e la sua voglia di ridere.
Non sempre è un bel mondo quello delle sale da gioco. Negli anni il fenomeno della ludopatia è diventato un problema serio, ma "Febbre da cavallo" voleva solo far ridere e ci è riuscito in pieno. Fa ridere ancora oggi, anche per chi conosce le battute del film a memoria. "Mandrakata" è diventato un termine d'uso comune, sopratutto a Roma, quella Roma che Gigi Proietti ha portato sempre nel cuore e facendone un comune denominatore dei suoi show. Gigi Proietti è stato molto di più che "Mandrake", ma il "sorriso magico" è ciò a cui abbiamo pensato un po' tutti alla notizia della scomparsa dell'ultimo "Mattatore" dello spettacolo italiano. Poche ore prima ci aveva lasciato Sean Connery, l'unico vero "James Bond". Il 2020 ci sta portando via ogni giorno un pezzetto di noi. Ma 007 e Mandrake vivranno sempre. In Scozia, a Roma, ovunque.