Furti di fiori e piante e piccoli oggetti dalle tombe dei defunti. E’ accaduto nei cimiteri di Grottaminarda e Ariano Irpino. Sono diverse le segnalazioni giunte in redazione; abbiamo scelto di pubblicare la lettera di un nostro lettore di Grottaminarda.
FURTI SENZ’ANIMA
"Hai appena terminato di versare le ultime lacrime sulla lapide della persona amata vivendo gli ultimi istanti della sepoltura come un sogno, dove ancora devi realizzare che non c’è più e non tornerà mai più, quando Lei, senza indugiare, si avvicina alla pietra sepolcrale sommersa da mille affetti e colori diversi e prende due mazzi di fiori e li porta chissà dove. Da lontano, mentre commemori i tuoi avi, non puoi avere sicurezze così ti incammini verso la pietra tombale del tuo caro appena sepolto, ed ecco che Lei depreda nuovamente la lapide prendendo altri due mazzi di fiori. Aumenti il passo per chiederLe il motivo, se ne accorge e cosa fa? Li getta via, nel secchio della spazzatura, davanti ai tuoi occhi. Incredulo del suo modo di fare La fermi e senza porLe una domanda con un’aria presuntuosa e arrogante ti dice: “I fiori non sono del suo defunto e poi erano secchi!”. Ti lascia senza parole ma tu l’hai vista, sei sicuro che i fiori sono del tuo adorato e Le ribadisci che il suo comportamento è deplorevole, a questo punto ti risponde: “Ma come si permette, non ha prove e poi si figuri se IO posso rubare dei fiori, mi posso permettere tutto compreso i fiori”.
Frequentando il cimitero più spesso e chiedendo a varie Signore e Signori di tali episodi, è emerso che il suddetto atteggiamento è NORMALE ed è EFFETTUATO di routine sia sui fiori sia su oggetti di valore maggiore. E se le Forze dell’Ordine non possono preoccuparsi di tali Sciocchezze, anche se si tratta di furti, è utile proporLe l’analisi di tale modo di agire sotto due diversi aspetti: il primo di natura religiosa e il secondo di natura psicologia-sociale nonché legale. Se Lei si reca al cimitero, magari non tutti lo sono, ma sarà perché crede nella vita dell’anima dopo la morte del corpo per cui porge i lumini al suo caro, simbolo di luce perpetua, e gli rende omaggio con dei fiori perché da lassù la guarda, la protegge. Ma cosa potrà mai pensare la persona a lei cara se gli offre dei fiori trafugati ad altri defunti? Inoltre, essendo una persona religiosa, saprà che Dio nei 10 Comandamenti Le dice NON RUBARE. I Comandamenti sono fonte di vita eterna, perché chi li osserva ha Dio in sé. Matteo nel suo Vangelo scrive: "Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso" (Vangelo di Matteo 19,17-19).
In conclusione rubando degli oggetti ad altri defunti, reca danno al suo adorato e a se stessa, commettendo Peccato. All’infuori della morale religiosa si potrebbe designare il suo profilo psicologico che ha le caratteristiche del Cleptomane, ovvero colui che ruba oggetti di scarso valore o meno non perché ne abbia bisogno o non possa permetterselo ma perché non riesce a farne a meno, l’impulso è irresistibile e irrazionale. E’ difficile ammetterlo, ma compiendo tali azioni con routine non dovrà far altro che farsi curare perché la cleptomania è una malattia, una condotta compulsiva che invalida la capacità di autodeterminare il proprio comportamento, ovvero non le fa percepire il reato come tale. Sarà lo psicologo ad individuare le cause del suo atteggiamento che potrebbe eccezionalmente avere anche natura organica, dovuta ad un’anomalia del sistema di comunicazione tra cellule nervose basate sulla serotonina che incide sulla difficoltà nel controllare gli impulsi. In questa situazione, vista la ripetitività, è giusto includere il suo atteggiamento nello spettro ossessivo-compulsivo, ossessivo nel pensiero, compulsivo nel comportamento: profilo identico a chi dipende da stupefacenti, da internet, da gioco d’azzardo. Data la ripetitività escluderei che hai problemi economici perché se così fosse consideri che è più importante recarsi al cimitero per rendere omaggio al suo caro e non per farsi notare dagli altri adornando la lapide con fiori ed oggetti rubati"