Come già ricordato dagli organi di stampa e da alcune personalità di spicco della società civile arianese, l’ASL Avellino ha individuato un piano di attivazione di posti letto covidche fa gravare l’emergenza unicamente sul presidio ospedaliero di Ariano Irpino tenendo pressoché indenne quello di Sant’Angelo dei Lombardi.
In particolare come ricordato nella nota pubblicata sul sito dell’ASL, dei 58 posti previsti, 52 (14 in terapia intensiva, 10 in terapia sub intensiva e 28 per la degenza ordinaria) verranno attivati al Frangipane e soltanto 6 (di terapia sub intensiva) in alta irpinia.
Tale ripartizione lascia francamente sconcertati e ferisce nel profondo la comunità arianese che nella primavera scorsaha pagato un tributo altissimo alla pandemia che sta sconvolgendo le vite di tutti. In ogni caso, ed a prescindere da ogni altra considerazione, è l’ingiustizia manifesta di tale decisione che non può essere tollerata.
Non può sfuggire che chiudere la medicina generale e prevedere la terapia intensiva interamente funzionale al reparto Covid (la chirurgia come potrà operare senza il supporto di un reparto di terapia intensiva?) significa, in uno alla sospensione dei ricoveri programmati, depotenziare il nosocomio arianese e privare un bacino di utenza che supera i novantamila abitanti del diritto alla salute che si esplica principalmente nel diritto alla prossimità di pronto soccorsi e presidi ospedalieri efficienti.
Alla dottoressa Morgante che, ancora oggi, sostiene che “…la situazione di eccezionalità di questo momento richiede uno sforzo da parte di tutti, dagli ospedali al territorio, per far fronte all’emergenza sanitaria…”, va ricordato con forza che lo sforzo di tutti i territori deve essere fatto da tutti i territori e non soltanto da Ariano Irpino. Se nella riunione COC del 16 ottobre u.s. il direttore generale aveva assicurato che i 58 posti sarebbero stati distribuiti 33 ad Ariano e 25 a Sant’Angelo dei Lombardi, tale impegno andava mantenuto.
E’ ovvio che l’eccezionalità dell’attuale situazione richieda un impegno eccezionale da parte di tutti ma lo sforzo deve essere equamente distribuito proprio per poter essere sostenuto.
Non si può discutere che vadano approntati i rimedi per far fronte all’epidemia del covid 19 ma essinon devono essere peggiori del male. Ariano Irpino pretende il rispetto del proprio ospedale che non deve veder diminuita nessuna delle competenze e delle specialità attualmente esistenti.
Gli arianesi pretendono il rispetto delle ferite che hanno già subito anche a causa delle inefficienze, delle mancanze e dei ritardi di chi ancora oggi chiede sforzi a senso unico.