Questo è il mio testamento olografo, scritto, sottoscritto e datato di mio pugno. Restando ferme le mie ultime volontà, voglio che la mia spoglia mortale sia trasportata senza alcuna pompa e lusso e senza fiori e carrozze, e poi deposta nella fossa comune.
Scriveva così Vincenzo Mainieri nel 1907 nell’allora denominata Ariano di Puglia. Dalla sua volontà all’epoca nacque un orfanotrofio femminile. Tutti i suoi beni e il suo patrimonio donati per la realizzare di tale desiderio. Non è dato sapere molto della sua personalità. Non sappiamo se fosse un uomo retto e distinto, malvoluto o stimatissimo. Siamo però certi che ha compiuto un gesto nobile. In origine “Orfanotrofio V. Mainieri”, nel 1993, con decreto della G.R. dellla Campania il Consiglio di Amministrazione riceve autorizzazione a modificare parzialmente lo Statuto vigente, sostituendo in esso la denominazione di Orfanotrofio con l’altra ritenuta più attuale “Fondazione V. Mainieri”. Oggi “Scuola di Formazione integrale della persona umana in disagio” per l’orientamento e la formazione di ragazzi e ragazze diversamente abili. Attualmente sono ventiquattro le persone ad usufruire dei servizi messi a disposizione nel Centro sito in via Viggiano 48, ad Ariano Irpino. La “capienza”, l’ospitalità è aperta a trenta persone.
Ci accolgono in un tiepido pomeriggio autunnale offrendoci un dolce preparato per noi: la gioia del dono si legge nei loro volti. Ospitalità vera e spontanea, tenera e affettuosa. La Fondazione è oggi un punto luce nell’Irpinia. Un luogo in cui i “beni” ricevuti sono stati messi a frutto in base alle esigenze dell’utenza e grazie all’impegno costante e gratuito del Consiglio di amministrazione in carica. Su volontà del benefattore Vincenzo Mainieri, il Consiglio si compone di cinque membri. Due nominati dal Vescovo di Ariano Irpino e tre dal Consiglio comunale. Oggi il Presidente in carica è Francesco Paolo De Gruttola. Consiglieri il dott. Molinario Pasqualino, Ciardulli Maria Rosaria, Pannese Giuseppe, don Alberto Lucarelli. Il mandato in corso scade il prossimo maggio 2016. Gli operatori ed educatori professionali che quotidianamente e fattivamente accompagnano e affiancano i ragazzi in un percorso di terapia occupazionale volto al raggiungimento di un minimo di autonomia nella gestione ordinaria della propria vita, sono: Simona Cotugno, Moscato Maria Carmela, Mercadante Monica, Spagnoletti Giancarlo, Ionno Giovanni e Flammia Carmelina.
La Fondazione comprende un Centro Diurno semiresidenziale, un Gruppo appartamento denominato “Comunità dopo di noi”, attività sociali svolte in collaborazione con vari enti e attività di volontariato. Il Centro Diurno è convenzionato con il Consorzio ambito A1 (Azienda speciale consortile per la gestione delle politiche sociali nei Comuni dell’Ambito territoriale A1). Lo scopo fondamentale è portare i ragazzi a migliorarsi a rendersi consapevoli delle proprie abilità e a metterle in pratica. Questo al fine di accrescere l’autostima e favorire un certo livello di autonomia. Attivi laboratori di ceramica fredda, cucina, preparazione e cottura della pizza, pittura su vetro. In corso attività motorie che si traducono in scene teatrali, balletti, esercizi fisici. Numerose le attività culturali e le visite in gruppo presso Musei, agriturismi con fattorie didattiche e tutto quanto di bello e stimolante possa offrire il territorio. Le ultime “uscite” riguardano i Presepi di San Gregorio Armeno e “Le luci d’artista” a Salerno. Per far parte del Centro Diurno occorre rivolgersi al Consorzio Ambito A1.
“C’è grande soddisfazione morale – dichiara il Presidente De Gruttola e prosegue – queste persone esprimono affetto sincero e spontaneo. Questo è un grande arricchimento spirituale per ognuno di noi. Sono autentici in ogni gesto e parola”. Sopraggiungono alcuni genitori. Quanto dolore celato dietro un sorriso. Pensieri e preoccupazioni miste a tanto amore, pazienza, dedizione totale. Tutto condensato nel sorriso e nello sguardo di una mamma o di un papà. L’accoglienza amorevole di un figlio con evidente disagio psico-fisico. L’abbraccio della sofferenza. Accettata e amata. La Fondazione quale mezzo per dare dignità e far emergere le potenzialità e i talenti di ogni utente. Socializzazione e fraternità reciproca, unità e solidarietà. Aspetti che ci colpiscono e che vivono gli ospiti. Nessun giudizio verso l’altro, nessuna competizione o avversità. Solo affetto sincero e reciproco. Il Gruppo Appartamento, “Comunità dopo di noi”, comprende sette posti letto distribuiti in quattro camere con bagno autonomo attrezzato per disabili, minuziosamente e sapientemente arredate; ancora una sala comune per le attività socio educative e ricreative; una cucina con annessa sala da pranzo capace di ospitare fino a 20 posti. In corso l’attivazione del servizio di trasporto dei giovani. Mezzi adeguati alle possibili disabilità fisiche, con autista e accompagnatore a bordo. Un servizio che va incontro soprattutto ai genitori e favorisce da subito l’esperienza di socializzazione dei ragazzi. In corso la costituzione dell’Associazione Sportiva Mainieri e l’adesione alla Uisp (Unione Italiana Sport per Tutti). Si tratta dell’associazione di “sport per tutti che ha l'obiettivo di estendere il diritto allo sport a tutti i cittadini”. Tale associazione cerca di approfondire e far conoscere le varie facce dello sport e del suo valore sociale.
Il centro Mainieri negli ultimi anni ha sicuramente risentito dei tagli governativi al sociale. Tuttavia la Fondazione e l’attuale gestione ha retto bene e ottimizzato al meglio le risorse a disposizione evitando che potessero esserci ripercussioni e piccole inerzie nei confronti dell’utenza. Presso il sito di via Viggiano, tutti si recano volentieri accolti dal sorriso e dalla operosità degli educatori professionali e degli operatori OSA. Rispetto all’obiettivo dell’autonomia personale, “i deficit più comuni che si riscontrano sono l’alimentazione, l’igiene personale e l’abbigliamento – apprendiamo da informazioni rese note dalla Fondazione – Particolare attenzione è rivolta al superamento di molte difficoltà del vissuto quotidiano, spesso esternata dai ragazzi e motivo di sofferenza e frustrazione, quali: la compilazione di bollettini postali, la spedizione di lettera A/R, l’apprendimento dell’orologio e l’associazione delle ore ai vari momenti della giornata, la circolazione e la segnaletica stradale, la conoscenza dei numeri telefonici di pronto intervento”. Il pomeriggio si chiude con un saluto e un immancabile sorriso da parte di tutti gli ospiti della Fondazione.
Articolo pubblicato sul numero Dicembre/Gennaio 2016 del periodico XD Magazine